Il virus responsabile della suberosi anulare del tubero, conosciuto a livello internazionale con l’acronimo TRV (Tobacco Rattle Virus), richiama in sé una serie di grossi danni sulla coltivazione della patata. Tra i sintomi da enunciare sono: anulature suberificate sulla superficie del tubero, necrosi nella polpa, la cosiddetta maculatura ferruginosa, che porta ad una totale suberificazione, fino la ridotta capacità di germogliamento. Ma quando la pianta è già colpita, le possibilità di reagire sono limitate. La cosa eclatante è che la formazione di necrosi sul tubero avvengono durante la fase di stoccaggio, ma la manifestazione visiva dei sintomi avviene soltanto alla fine dello stoccaggio. I sintomi sulla pianta in campo sono molto rari e nemmeno facilmente riconoscibili, tanto da risultare difficile durante la selezione in un campo da tuberi-seme. Nei casi rari di riconoscimento, il sintomo si manifesta solo su singoli fusti. La pianta vira verso il giallo e la crescita viene ridotta. In parte avviene anche la formazione di chiazze sulle foglie. I sintomi sul tubero possono essere confusi con quelli del virus PYV. Solo una ricerca in laboratorio può constatare una certezza sicura sull’agente virale. I principali vettori di tale virus sono dei nematodi liberi del genere Trichodorus e Paratrichodorus, che oltre alla patata, infestano più di 300 piante ospiti, restando infettivi per più di una settimana. Purtroppo sono state condotte poche ricerche scientifiche su questi nematodi. Quindi le conoscenze sui fenomeni di resistenza o tolleranza delle varietà di patata non sono di rapida risposta. Il virus, inoltre, può essere trasmesso anche via seme e/o organi di moltiplicazione, anche se non tutti i tuberi figli rimangono infetti da una pianta colpita. spraing tubers for web page
Il virus possiede un genoma suddiviso in due e quindi può insorgere in due maniere diverse. Il cosiddetto tipo M possiede un involucro proteico esterno, mentre il tipo NM non possiede nessun involucro proteico esterno. Nonostante ciò risulta lo stesso infettivo. Questo viene dimostrato con il metodo ELISA. Questo tipo di test evidenzia solo i virus con un rivestimento proteico, così che il tipo NM non può essere sierologicamente contemplato. Il produttore di patate si pone sicuramente due domande: primo, se i sintomi sospetti corrispondono al TRV oppure si tratta di una carenza nutritiva o fisiologica; secondo, se il campo dove coltiva le patate è infetto dal TRV. Una documentazione sul tubero e sulla foglia con il metodo ELISA è, come accennato, non del tutto completo. Inoltre la grande presenza di amido all’interno del tubero non favorisce sempre degli esami corretti. Prove con altre procedure sierologiche sul tubero sono stati parzialmente esaustivi, dato che il numero di virus è abbastanza ridotto nella polpa del tubero. Quindi il caso del tipo NM rimane ancora irrisolto. Una documentazione accertata del TRV sul tubero è l’utilizzo della PCR. Il processo dura 1-2 giorni ed è facilmente eseguibile, anche se la documentazione è certificata solo su tuberi infetti da tale virus. Su un tubero senza la maculatura ferruginea oppure senza la suberificazione non si può avere riscontro. Da constatare, tra parentesi, che tale procedura risulta assai dispendiosa e costosa. Una possibilità migliore sarebbe quella di documentare direttamente in campo sperimentale. In questo caso viene piantato della pianta di tabacco. Il tabacco dopo essersi sottoposto all’infezione da parte degli nematodi, nell’arco di 6-8 settimane compaiono i primi sintomi sulle foglie. Dalle radici della pianta il virus può essere accertabile con il metodo della PCR. Cruciale per questa dichiarazione sul test è, come in tutte le prove su una grande popolazione, l’omogeneità del prelievo. Più prove vengono eseguite in una volta, maggiore è la sicurezza del test. Si consiglia di eseguire almeno una quarantina di prelievi di un ettaro di terreno alla profondità di circa 30 cm, eseguibile in primavera o in autunno. zoom_virur1
Kartoffelbau 9-10/2013 pag 34