Dry Core e sclerozi evidenziano in alcune regioni pataticole europee tra i sintomi fungini più importanti. Solamente con degli interventi diretti non è possibile contenere la malattia. Una buona rotazione del terreno e una certificazione fitosanitaria del tubero-seme sono i punti cardini per una buona qualità e rendita elevate. In molte regioni colturali la specializzazione delle aziende agricole è andato sempre più avanti, tanto che non c’è più spazio per eseguire delle rotazioni colturali. Il fatto è che oggigiorno in queste regioni il numero delle colture viene ridotto, così pure il riposo del terreno. Questo favorisce la proliferazione di uno degli agenti più dannosi per la patata: la Rhizoctonia solani.

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Questo fungo causa danni alla patata durante la fase di emergenza, così come delle necrosi ai fusti e ai stoloni. L’attacco agli stoloni porta alla formazione di tuberi malformati e spaccati. Una perdita fino al 50 % è possibile. Inoltre viene danneggiata la qualità del prodotto. I tuberi che possiedono forti incrostazioni di sclerozi oppure delle superfici praticamente forate non sono più commerciabili. In passato il sintomo del Dry Core si registrava a livello locale, oggi si trova praticamente un po’ dappertutto in Europa. Il fungo viene suddiviso in 14 gruppi differenti, in base alla loro costituzione degli anastomosi, ossia la fusione delle varie ife fungine. Essi colpiscono un numero molto variabile di piante ospiti, sia di interesse agrario che spontanee. Si distinguono tra di loro in base alla loro patogeneticità e alle loro proprietà genetiche. Il gruppo AG 3 è quello più frequente sulla pianta di patata. Se i tempi di rotazione vengono rispettati per bene, viene ridotto il focolaio di infezione. Altri gruppi AG come 2-1, 4, 5, 8, e 9, possono pure attaccare la patata, ma sono di minor importanza. Viceversa il gruppo AG 2-2 attacca la bietola e il mais anziché la patata, quindi possono essere impiegate nella rotazione colturale. Il fungo sopravvive come micelio durevole sotto forma di sclerozio sui tuberi, e può così spostarsi anche in lunghe distanze. Può restare anche nel terreno come micelio durevole o sempre come sclerozio. Con un aumento del numero di patate nel terreno durante la rotazione, il rischio di infezione è maggiore. Con attacchi massicci degli sclerozi sul tubero provocano una pressione infettiva elevata sui giovani germogli. Questo comporta una moria precoce dei giovani germogli e di conseguenza una irregolare emergenza delle giovani piantine. Le piante colpite emettono dei germogli molto deboli o al massimo due getti di buona salute. Nel terreno già contaminato, l’infezione parte più tardi e colpisce di meno la fase di emergenza. I tessuti necrotizzati sui fusti e sui stoloni sono la conseguenza di accrescimenti secondari dei tuberi.
La formazione del sintomo Dry Core possono essere osservati durante la fase vegetativa della pianta, quando le ife fungine possono penetrare nel tubero attraverso le lenticelle e le ferite, causando dei fori profondi sino a 6 mm e larghi fino un paio di millimetri. Con un alto tasso di infezione nel suolo, dovuto ad una maggior presenza della patata nella rotazione, è possibile la presenza dei sintomi fungini sui tuberi figli anche se le piante sembrano apparentemente sane.

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Nelle aziende con molte rotazioni colturali e un riposo della coltura di patata di almeno quattro anni, l’infezione del patogeno risulta molto contenuta. La fonte principale di infezione riguarda i tuberi attinenti alla riproduzione. Questa chiara affermazione è il risultato di un progetto di qualità condotto dalla facoltà di scienze agrarie, alimentari e forestali della Svizzera. L’importanza dello stato fitosanitario dei tuberi-seme è stato testato su numerosi campi sperimentali su differenti tipi di organi riproduttivi. Nei lotti esenti di malattia, i sintomi erano assenti o poco visibili sul fusto e sul tubero. In confronto ai lotti colpiti, si evidenziava un massiccio attacco ai fusti e una perdita qualitativa del prodotto. Le prove eseguite hanno dimostrato che, che l’efficacia di un fungicida sottoforma conciante risulta elevato fino a quando l’infezione nel terreno viene tenuta bassa grazie a un lungo periodo di riposo colturale. Nei procedimenti con un trattamento conciante la quota dei tuberi colpiti durante la raccolta era molto bassa, meno del 5 % degli sclerozi sul tubero. Basandosi su questi esiti, i moltiplicatori svizzeri hanno capito quale misure dirette applicare per migliorare la qualità del prodotto da seme (concia generale, adempimenti sui riposi colturali, controllo degli sclerozi durante la fase di certificazione). Con questi accorgimenti la qualità dei tuberi semi contro la Rhizoctonia sarà sicuramente migliore. Durante la media degli anni 2001-03, più di un terzo dei lotti certificati su cento aziende del progetto mostrarono il 20 % dei tuberi infetti; mentre negli ultimi anni il 95 % dei lotti certificati della Svizzera presentava massimo il 5 % degli sclerozi.
In un progetto direttamente sull’azienda, in associazione con il servizio rurale e la cooperazione dei produttori del Palatinato, è stato determinato l’importanza dell’infezione fungina nel terreno e il riposo colturale. Su 18 campi di aziende pataticole sono state condotte delle prove sperimentali con la varietà Berber. La zona in considerazione si evidenziava con una rotazione colturale stretta è un’altra la presenza di ferretti. All’interno di ogni campo, con le prassi aziendali, sono stati realizzati tre procedimenti differenti con quattro ripetizioni: procedimento normale, utilizzo della concia durante il trapianto più Goldor Bait contro i ferretti; procedimento sano, con l’uso di tuberi-semi sani già conciati con Monceren; procedimento controllo, con la normali prassi di trapianto, solo senza concia e senza Goldor Bait.

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Il procedimento sano ha documentato il caso di contaminazione da parte del fungo. Gli attacchi di Rhizoctonia alla patata si manifestano soltanto con un serbatoio di inoculo già presente nel suolo. Il confronto dei tre procedimenti ha permesso una valutazione dell’importanza sul tubero-seme, il terreno e il relativo grado di efficacia della concia. Con il trattamento del Goldor Bait contro i ferretti si è inoltre osservato l’importanza dei coleotteri in relazione ai sintomi del Dry Core. I tuberi-seme delle 18 aziende sono stati controllati sulla formazione degli sclerozi. Con lo sviluppo della chioma si è evidenziato la presenza di necrosi sul fusto. Dopo la raccolta su ogni procedimento e ripetizione sono stati analizzati cento tuberi, di cui sono stati registrati i sintomi di sclerozi, di Dry Core e le rosicature dei ferretti e delle lumache.
In entrambi gli anni, 2010-11, è stato osservato sul procedimento sano una elevata percentuale di necrosi ai fusti, anche se il tubero-seme era completamente immune e inoltre trattato con un conciante. Anche nel caso del controllo, senza fungicida e insetticida contro il ferretto, è stato osservata un alto tasso di necrosi al fusto, anche se il tubero-seme aveva una lieve presenza di sclerozi sulla superficie. Il caso osservato può essere dedotto quindi da una contaminazione del terreno.
Il confronto dell’infezione al fusto nel procedimento normale e procedimento controllo mostra inoltre una grado di efficacia del fungicida insufficiente, in contraddizione con l’esperienza svizzera che opta su un infezione del terreno. Il fungicida riduce l’inoculo su un terreno contaminato sui tuberi, ma le infezioni successive non vengono più fermate a causa della breve persistenza del principio attivo. Inoltre sia gli stoloni che le radici possono essere contaminati pure se non vengono trattati per bene. Queste infezioni possono causare, durante la raccolta, delle perdite qualitative, anche se le piante a primo impatto spesso non mostrano alcun sintomo.
Nel progetto di qualità svizzero il sintomo Dry Core appare principalmente in concomitanza degli attacchi dei ferretti. Su tuberi sani, tale sintomo appare di rado, anche se la pianta è fortemente colpita. Nei campi e laboratori supplementari sotto osservazione, è stato possibile riscontrare che i danni causati dai ferretti favoriscono l’entrata del micelio di R. solani e quindi promuovono un aumento del sintomo Dry Core. Anche le prove condotte in Germania hanno mostrato che la presenza di ferretti nei campi sperimentali, provoca un aumento della presenza del Dry Core nel tubero. Osservando le parcelle sperimentali, considerando l’1 % dei tuberi danneggiati da Dry Core o ferretti, mostrano che l’uso di Goldor Bait ha un effetti antagonista anche contro il fungo.Nel 2010 l’attacco di Rhizoctonia sulla parcella numero 8 era molto alto, con oltre il 60 % dei campioni. Nel contempo, il procedimento senza Goldor Bait ha evidenziato una maggior presenza di ferretti e quindi maggiori sintomi di tipo Dry Core.
Per concludere, rotazioni efficienti con riposi colturali di tre, meglio quattro anni tra un impianto di patate e l’altro e l’utilizzo di tuberi-semi certificati sono le più importanti misure preventive per evitare l’insorgenza del fungo. Questo tipo di prevenzione e poco osservato in molte regioni di Europa. Con la realizzazione di procedimenti diversi e la ricerca degli sclerozi su cento tuberi lavati, si è assistito ad un aumento della qualità dei tuberi-seme in Svizzera. Nella media degli ultimi anni il 95 % dei lotti certificati conteneva meno del 5 % degli sclerozi. La concia dei tuberi-seme con un fungicida è un efficiente intervento contro la malattia, fino a quando l’inoculo del terreno viene tenuto basso grazie ai lunghi riposi colturali. Per una rotazione ristretta, tale intervento può risultare insufficiente. Per evitare i sintomi del Dry Core, i tuberi non devono essere piantati in terreni un alta percentuale di ferretti, ad esempio non in successione con il trifoglio e non nei primi due tre anni dove il trifoglio è stato sfalciato. Come già visto, un controllo diretto dei ferretti riduce il danno causato dal Dry Core.rhizoctonia_solani_kartoffel_drycore_11_2

Fonte: Kartoffelbau 06/2013 pag 26-30

Autore: Andreas Keiser