Le larve degli elateridi (Agriotes spp.), meglio noti come ferretti, sono degli insetti dannosi del terreno. Essi provocano danni ad una serie di specie di interesse agrario, dai prati stabili alle colture come mais, cereali vernini e patate. I sintomi di attacco si possono osservare già nei primi stadi iniziali, provocando delle gallerie sulle radici o sui tuberi. Essi creano delle difficoltà alle piante durante la crescita vegetativa, fenomeni di appassimento, danni estetici ai tuberi, ma anche la morte dell’intera pianta. La reale causa di questa continua moltiplicazione di ferretti negli ultimi anni non è ancora conosciuta, fattori coinvolti possono essere il cambiamento delle condizioni climatiche, dissodamento dei terreni oppure la revoca di insetticidi importanti.Il controllo degli elateridi nei nostri campi è collegato da una serie di difficoltà. Tali organismi vivono trai i tre e cinque anni, in base alla specie e alle condizioni ambientali, attraversando nove stadi larvali, prima che arrivino alla fase di impupamento e poco dopo all’adulto. Di conseguenza il ferretto non solo aggredisce l’attuale coltura presente in campo, ma anche le colture successive. Modelli di prognosi affidabili per quanto concerne una certa esistenza oppure delle dichiarazioni su una densità di popolazioni e in futuro i danni prognosticati non sono disponibili. La distribuzione di trappole esca può semmai portare a dei chiarimenti su una certa presenza del ferretto in campo. Accanto all’ostacolo sulla biologia dell’insetto, c’è anche da nominare l’aggravio delle normative politiche sul sistema fitosanitario, che ha coinvolto una serie di prodotti insetticidi. Un esempio è il prodotto commerciale Goldor Bait (principio attivo Fipronil), che a causa dei limiti massimi dei residui modificati durante l’arco degli anni è stato revocato in commercio. Attualmente esistono altri principi attivi ammessi come Lambda-cialotrina e Cipermetrina, oppure agrofarmaci contro i nematodi, Nemathorin 10 G (principio attivo Fostiazate) oppure il fungo entomopatogeno Metarhizium (in Italia ancora non registrato su patata).

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L’attuale problematica sugli elateridi fa discutere abbastanza nell’esplorare un nuovo metodo di lotta. Così alcuni docenti della Università tedesca di Goettingen e Bielfeld sono stati chiamati per coordinare due progetti, chiamati Inbiosoil e Attract, per realizzare una nuova impostazione di lotta contro i ferretti: chiamato in termine inglese “Attract and Kill”. La strategia si basa sull’utilizzo di ospiti naturali nel suolo, quindi anche i ferretti, utilizzando gradienti di anidride carbonica tellurica sottoforma artificiale, accoppiato con l’uso degli insetticidi. I ferretti vengono attirati da una ipotetica fonte di alimentazione,  dalla quale entrano in contatto e poi muoiono. Così anziché una applicazione su superfici vaste viene ridotto il quantitativo da distribuire, ottenendo i stessi risultati e con un risparmio economico. In questi progetti sono stati valutati dei principi attivi naturali per la salvaguardia dell’ambiente.

Il progetto Inbiosoil indaga sull’efficacia del fungo entomopatogeno Metarhizum brunneum, l’altro progetto invece, chiamato Attract, sull’efficienza del biocida Neem, un estratto vegetale. Entrambi i principi attivi sono stati incapsulati con della algina e del lievito. Questa produzione servirà per la emanazione di gradiente di CO2 per almeno cinque settimane, in base alla temperatura e alla umidità, per creare una concorrenza con la pianta normale. Parlando del M. brunnerum, si tratta di un fungo tellurico che aggredisce le larve degli elateridi una volta che le loro spore entrano in contatto con l’insetto, e dopo aver superato il periodo di incubazione di almeno tre settimane, l’ospite colpito muore. Una applicazione dell’Attract and Kill porta ad una maggior probabilità di contatto così da aumentare l’efficacia del fungo. Diversamente dal fungo, il ferretto deve mangiare la capsula contenente il Neem, per assumere così l’insetticida naturale. Quest’ultima, che contiene il principio attivo Azadiractina, ottenuto dall’olio della pianta del Neem, inibisce lo sviluppo larvale che porta alla fine alla morte dell’insetto.

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Negli ultimi due-tre anni sono stati ottenuti i risultati finali delle capsule con il metodo Attract and Kill presso le università tedesche, che contenevano ciascuno o del M. brunnerum oppure del Neem. Le capsule sono state testate in condizioni sia asciutte che bagnate. Le capsule sono state applicate o sotto il tubero madre oppure distribuite tramite un macchinario di bande lungo il solco. La distribuzione è avvenuta in primavera in concomitanza con la piantagione del tubero seme. A settembre le prove sono state raccolte valutando i danni causati dagli insetti. I sintomi sono riconducibili a delle gallerie larghe 2-4 mm che possono raggiungere la parte interna del tubero, ma anche dalla forma di bicchiere, dovuto dalla assunzione di liquidi. Inoltre oltre alla attività trofica dell’insetto, possono subentrare attacchi da parte della Rhizoctonia solani. Tutto questo può comportare a delle perdite eclatanti e quindi danni economici elevati. L’applicazione dell’ Attract and Kill riduce i danni dei ferretti alle patate in confronto alle  patate non trattate con un range oscillante tra il 37-65 %; anche se il le capsule contenenti il Neem possedevano mediamente un trattamento migliore rispetto alle capsule contenti il fungo entomopatogeno. La formula asciutta della capsula si è mostrate in ambi i casi migliore di quella inumidita, anche se nel M. brunnerum i miglioramenti erano marginali, viceversa un miglioramento del 20 % è stato ottenuto dalle capsule contenente il Neem.

La strategia Attract and Kill si prospetta come una promettente impostazione di lotta contro i ferretti della patata. L’utilizzo di macchinari per la distribuzione di granulari, rende possibile l’utilizzo delle capsule in asciutto. I danni causati dagli elateridi possono essere ridotti in maniera significativa, tuttavia una elevata densità di popolazione può risultare all’insuccesso nella lotta contro tali insetti. Il progetto Inbiosoil getta le basi per lo sviluppo del prodotto Attracap con il principio attivo del fungo. I costi di applicazione di tale prodotto si aggirano attorno ai 300 €/ha. Un prodotto a base di Neem attualmente non è realizzabile, nonostante il grado di efficacia sia più elevato, poiché i costi della realizzazione sono ancora eccessivi. Il  incapsulamento di piretroidi potrebbe diventare un interesse nella coltivazione convenzionale di patata.

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Fonte: Kartoffelbau 04/2016 pag. 28-30;
Autore: Frauke Maevers