Lo zigolo dolce (Cyperus esculentus) appartiene alla famiglia delle Cyperaceae ed è una specie infestante diffusa ormai a livello mondiale, soprattutto negli ambienti caldi e asciutti. Questa specie invasiva si diffonde facilmente in contesti come campi di patata, bietola oppure ortaggi in generale, diventando talvolta un problema serio. Possiede alla base tanti piccoli bulbi sotterranei, che fungono come organo di riserva e di moltiplicazione. Nell’Europa meridionale lo zigolo viene pure coltivato appunto per la presenza di questi organi eduli. Ovviamente la forma coltivata si presenta più grande rispetto alla forma spontanea. Soprattutto in Spagna lo zigolo dolce viene trasformato in snacks (chufas) oppure sottoforma di latte (horchata de chufa). Nell’Europa settentrionale questa specie non è resistente al clima invernale.Cyperus_esculentus

La pianta allo stadio giovanile rappresenta la fase più idonea per combattere l’infestante. Un riconoscimento anticipato sarebbe fondamentale, così si può ridurre una sua successiva diffusione. Nei campi dove la presenza è sporadica è consigliabile scavare i bulbi e bruciarli nel forno inceneritore. Le parcelle di terreno infestate non possono essere lavorate, dato che il rischio di propagazione in zone circostanti è elevato. Con l’utilizzo di erbicidi ad ampio spettro d’azione come ad esempio il Glyphosate, lo zigolo allo stato giovanile può essere contenuto, ma non del tutto eliminato. Solitamente questi erbicidi non hanno molto efficacia contro tale famiglia, tra l’altro abbastanza simile alla famiglia dei cereali. Magari applicando degli erbicidi specifici per il mais si può ottenere qualche soluzione in più.
A prima vista lo zigolo dolce può essere facilmente confuso con una specie della famiglia delle Poacee (cereali), anche se esistono delle nette differenze. Il fusto delle ciperacee è di sezione triangolare, pieno di tessuti e sprovvisto di nodi. Le foglie sono allungate, di color giallo verde e di forma a V, e presentano una forte scanalatura nel mezzo. I fiori sono riuniti in delle piccole spighette di colore variabile, dal giallo fino al brunastro. Durante il periodo estivo si formano nella zona del sottosuolo gli organi di riproduzione, ossia i piccoli bulbi.
Nei climi freddi è molto difficile osservare la formazione della pianta per via del seme, per cui si riproduce principalmente con i bulbetti, che come già accennato, hanno la funzione di moltiplicazione, di sopravvivenza e di diffusione. In autunno, una sola pianta adulta può produrre fino a un migliaio di bulbetti, che possiedono un potere germinativo durevole di un paio di anni. La maggior parte di questi organi si trova nel primo strato di terreno, fino a circa 20 cm di profondità. La germinazione dei bulbetti avviene in primavera avanzata, che dapprima ha la funzione di una propaggine, che cresce sugli strati superficiali del terreno e forma una pianta. Da qui in poi si susseguono una serie di altre formazioni di bulbilli che vanno avanti per l’intera stagione estiva.cyperus-esculentus-souchet-comestible-plant
I bulbilli vengono trasportati soprattutto dalle macchine e attrezzature che hanno lavorato nel terreno infestato. I campi infestati devono essere lavorati e trattati sempre per ultimo, e l’intero parco macchine deve subire costantemente delle pulizie, soprattutto sugli organi di lavorazione. Soprattutto sono da attenzionare quei macchinari che lavorano di continuo negli appezzamenti dove sono presenti colture differenti come la patata, la bietola oppure gli ortaggi da radice. I campi che sono infestati dallo zigolo vengono sconsigliati per l’utilizzo delle colture sopraccitate, tra cui appunto la patata. Questo perché hanno una velocità di crescita iniziale abbastanza lento e quindi possono essere facilmente sopraffati, in secondo luogo attualmente in commercio non esistono degli erbicidi efficienti e specifici contro lo zigolo. Quest’ultimo però è una specie che necessità di elevate radiazioni solari per svilupparsi, quindi in terreni coltivati fitti l’infestante ha difficoltà a imporsi. In questo caso i terreni adibiti alla coltivazione di prato artificiali sono i più adatti. Anche i cereali vernini, che hanno una velocità di accrescimento rapido, riescono a tenere a bada la presenza dello zigolo. Gli erbicidi selettivi verso i cereali hanno in parte una certa efficacia contro questa malerba. In primavera del 2011 sono state scelte cinque parcelle fortemente infestate. Lo scopo principale era quello di scoprire le attitudini principali delle varie strategie di lotta. A causa della buona resistenza verso gli erbicidi è stato utilizzato il mais come campione sperimentale. La distruzione totale di questa infestante sarebbe l’unica soluzione per mantenere al di sotto il rischio di formazione degli organi di diffusione. Quanti anni sono necessari per ridurre il più possibile la germinazione dello zigolo, non è stato ancora definito. Le foglie delle ciperacee sono ricoperte da un forte strato ceroso. Dato che l’erbicida deve essere assorbito all’interno della pianta per esplicare il suo effetto, è necessario l’aggiunta di un coadiuvante. Solo pochi gruppi di principio attivo hanno una certa efficacia contro lo zigolo. cyperus_esculentus_knollen_DSC01377a

Nelle prove sperimentali, i principi attivi che hanno dato maggior riscontro sono state le sulfaniluree, che rispetto agli altri hanno mostrato una netta differenza. Tra questi ricordiamo il principio attivo Rimsulfuron, che ha dato i miglior risultati. Anche alcuni erbicidi specifici del mais, come il gruppo dei trichetoni, hanno dato dei risultati parziali. Per aumentare l’efficacia del trattamento con il Rimsulfuron è stato aggiunto il principio attivo Mesotrione, per auspicare il sinergismo. Secondo fonti letterarie oppure prove sperimentali, altri principi attivi ad assorbimenti fogliare come Bentazone e Piridate hanno dato anche essi degli effetti parziali.
Anni di esperimenti hanno dimostrato che contro lo zigolo già sviluppato c’è poco da fare. La lotta chimica deve essere eseguita ancora allo stadio giovanile. La germinazione avviene nel periodo in tarda primavera, tra maggio e giugno. I risultati migliori si sono verificati allo stadio di plantula, quando possiede due-tre foglie vere. Per evitare una ricomparsa dell’infestante, è meglio procedere con un trattamento di tipo frazionato lungo il periodo di coltivazione. Una sincronizzazione ottimale della fase di emergenza del mais con la germinazione dello zigolo risulta fondamentale. La semina del mais è possibile rimandare almeno entro la prima metà del mese di maggio. Comunque sia, l’obiettivo principale è quello di tenere sotto controllo il più possibile la malerba, per evitare la moltiplicazione dei bulbetti.
L’effetto degli erbicidi da applicare direttamente nel suolo dipendono soprattutto dal contenuto di umidità nel suolo. Le prove sperimentale condotte con S-metolaclor mostrano che, in condizione di asciutta, è possibile limitare una sua diffusione. Un trattamento in pre-emergenza con tale principio attivo, seguito con una lavorazione di sarchiatura nell’interfila, ne potenzia l’effetto. Anche altri principi attivi come il Metribuzin, erbicida in pre-semina, ha un parziale effetto contro lo zigolo. L’introduzione dell’aratro nelle superfici infestate da questa ciperacea risulta abbastanza problematica. Durante questo tipo di lavorazione i bulbilli vengono spinti in profondità, così che nell’annata successiva, con un permanenza più lunga nel suolo, diventano più difficili da combattere. Di conto è meglio operare con una lavorazione più superficiale, invece se seguita da una lavorazione con una striglia oppure un erpice a dischi stimola la germinazione dei bulbetti. Per concludere, dopo ogni lavorazione è indispensabile eseguire una accurata pulizia degli organi di lavorazione.

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Fonte: Kartoffelbau 9-10/2014 pag 36