L’irrigazione è la parte di tecnica colturale che influenza maggiormente il risultato produttivo è qualitativo. L’acqua interviene in tutti i processi di costruzione della pianta, per cui il deficit idrico avrà conseguenze immediate su tutta l’attività fisiologica della pianta. E’ importante evitare stress idrici intervenendo al momento opportuno con l’irrigazione, in modo da far fronte ai fabbisogni e alle perdite per evapotraspirazione e in modo che nel terreno ci sia l’ottimo di umidità. La patata è caratterizzata da un apparato radicale sviluppato ma con scarso potere di penetrazione nel suolo. In condizioni di terreno con ottimale contenuto d’acqua, la patata assorbe il 70 % dell’acqua necessaria dai primi 30 cm di terreno e la parte restante a maggiore profondità.
La patata soffre di un accentuata sensibilità alla carenza idrica a cui reagisce con vistosi cali produttivi, soprattutto quando essi capitano durante la fase di stolonizzazione e tuberizzazione e in maniera più contenuta durante l’ingrossamento del tubero. Pertanto, dall’emergenza fino al momento del disseccamento della coltura, è necessario eseguire interventi sull’effettivo consumo della coltura senza eccedere nel quantitativo apportato, in modo da evitare pericolosi ristagni d’acqua o carenze idriche.

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E’ stato dimostrato che gli stress idrici, sia causati da carenza che da una cattiva gestione idrica, sono causa di forte sbalzi termici e di umidità nel terreno provocando la comparsa di maggiori incidenza di scabbia, numerose fisiopatie (maculatura ferruginea, suberosi ecc) e maggiore percentuale di tuberi deformi e spaccati. Il primo effetto positivo della gestione irrigua consiste nel ridurre la quota di produzione di scarto. In numerosi anni di sperimentazione l’irrigazione ha sempre aumentato le rese dei tuberi commerciali, anche in annate piovose. Le piogge, infatti, anche se copiose difficilmente sono ben distribuite.
Nella gestione delle irrigazioni è estremamente importante l’esatta conoscenza delle fasi fenologiche più sensibili, nonché la stima del fabbisogno idrico e irriguo della coltura. Le fasi di stolonizzazione e di tuberizzazione sono le più critiche; se in corrispondenza di questo delicato momento non c’è umidità ottimale, il numero dei tuberi che si formerà sarà ridotto. La pianta avrà, quindi, la tendenza a differenziare pochi tuberi se in quel momento non viene soddisfatto il suo fabbisogno idrico. E’ importante evidenziare che una coltura con un ridotto numero di tuberi in questa fase, anche se razionalmente irrigata in seguito, non potrà più raggiungere alte rese. La mancanza di interventi irrigui nella fase di massima sensibilità, potrebbe provocare decrementi produttivi anche del 40-60 %, sino ad arrivare a situazione estreme dell’80 %.
La regola fondamentale è quella di non basarsi solo su una valutazione visiva della vegetazione e quindi apportare acqua prima che la vegetazione appassisca; quando l’umidità del terreno è ancora lontana dal punto di appassimento. Durante la successiva fase d’ingrossamento dei tuberi, ogni deficit idrico causa una diminuzione della fotosintesi e quindi un minor riempimento dei tuberi, ma, è soprattutto da evitare l’alternanza di periodi secchi e umidi che darebbe luogo ad arresti e riprese di accrescimento con conseguenti fenomeni di ricaccio e o deformazioni dei tuberi. Nella fase in cui compaiono i segni di decadimento dell’apparato fogliare, l’irrigazione non è più utile, ma anzi, comporterebbe ritardo della maturazione, diminuzione del contenuto di sostanza secca dei tuberi e difficoltà di raccolta.80_824_325_z_maxfield_w4x4_potato_01_72web
La realizzazione della prima irrigazione nei tempi e quantità richieste della coltura è fondamentale. Nel caso si verificassero condizioni di siccità primaverile è importante adottare alcuni accorgimenti:
– Se non piove dopo la semina, per favorire l’emergenza è consigliato effettuare un irrigazione di emergenza, circa 8-10 mm;
– Per attivare i diserbanti in pre-emergenza, intervenire con un irrigazione a basso volume;
– Anticipare il primo intervento irriguo distribuendo bassi volumi irrigui.
Per stabilire l’entità degli apporti irrigui bisogna fare un bilancio idrico della coltura che tiene conto della quantità d’acqua presente nel terreno, la misurazione di eventuali piogge, la necessità della coltura in una data fase. Il tipo di terreno influenza la disponibilità idrica e quindi il volume da apportare.

Consumi medi giornalieri in mq/ha della coltura in funzione della fase vegetativa:
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Per contro, è molto importante non eccedere con i volumi apportati perché possono verificarsi altri problemi, legati alla sanità e qualità. Un eccesso di umidità per lunghi periodi aumenta il rischio di infezioni e sviluppo di malattie fungine e batteriche. Le problematiche di una non corretta gestione dell’acqua si riflettono anche sulla fase post-raccolta. Troppa acqua a fine ciclo può portare, invece, a problemi di: lenticellosi, ritardo nella maturazione, malformazione dei tuberi e germogliamento dei tuberi.
A questo punto bisogna stabilire il turno, intenso come il tempo che intercorre tra due adacquamento. In questo caso bisogna considerare alcuni fattori tra cui: la tessitura del terreno, la quantità di precipitazioni, l’organizzazione aziendale e il tipo di impianto irriguo. Se si volessero avere, invece, indicazioni più esatte, bisognerebbe fare un bilancio idrico, che tiene conto di vari fattori quali: evapotraspirazione, il tipo di terreno e la sua umidità, attrezzatura irrigua, lo sviluppo della coltura ecc.
I metodi di irrigazione utilizzati nella coltivazione della patata sono:

Rotolone: per ottenere le miglior performance di risparmio idrico e uniformità distributiva, il rotolone deve essere dotato di centralina di programmazione e di irrigatori di nuova generazione, cioè a rotazione variabile, oppure, utilizzare la barra irrigatrice. La presenza della centralina comporta un esatto controllo sui mm di acqua distribuita. La combinazione del rotolone con barra irrigatrice è da preferire in quanto si elimina l’effetto battente (1,5 atm), difatti l’irrigazione risulta omogenea su tutto il campo, si riducono notevolmente i costi di energia. L’impiego del rotolone comporta sempre l’acquisto di una pompa appropriata e proporzionata al modello di rotolone prescelto, in quanto i consumi energetici sono ottimizzati. Quando il rotolone utilizza l’irrigatore, per ottenere la migliore uniformità ed eliminare l’effetto battente, è necessario che la pressione all’irrigatore sia mantenuta sempre a 5 atm, in modo da nebulizzare efficacemente l’acqua del getto. Il rotolone con centralina è fondamentale poiché permette il controllo continuo dei mm di acqua distribuiti, da considerare il basso costo dell’apparecchiatura rispetto alla superficie irrigata, i consumi energetici contenuti con l’impiego della barra irrigatrice e con l’utilizzo di rotoloni a maggior diametro. In annate particolare è ideale per le irrigazioni di soccorso.

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Pivot: il sistema permette una uniformità distributiva su tutta la superficie, un modesto costo energetico, una elevata automazione e controllo dell’acqua distribuita, ma una scarsa versatilità dell’impianto nelle rotazioni con i cereali.

Microsprinkler: sono dei sistemi di aspersione che operano alla pressione di 2.0-4.5 bar con una portata di 100-450 l/h. Possiedono una buona uniformità nella distribuzione dell’acqua, la possibilità di un impianto di automazione e un discreto risparmio energetico date le basse pressioni richieste, l’assenza di effetto battente e la realizzazione di un effetto climatizzante (su suolo e copertura vegetale). Tra gli svantaggi ricordiamo un notevole costo d’impianto l’impossibilità di irrigare in presenza di forte vento.

Goccia: l’irrigazione avviene in maniera localizzata con manichette o ali gocciolanti in superficie. Caratterizzato da molteplici vantaggi tra cui: uniformità nella distribuzione dell’acqua, possibilità di irrigare anche in presenza di forte vento, risparmio energetico dato le basse pressioni richieste, riduzione di patologie fungine a carico dell’apparato poiché il sistema a goccia non bagna l’apparato fogliare, applicazione della fertirrigazione e automazione dell’impianto. Tra i svantaggi ricordiamo: l’elevato costo d’impianto gestione e smaltimento del materiale utilizzato e un attenta valutazione del tipo di terreno poiché si può verificare il così detto effetto chiodo, con percolazione e perdite di acqua e fertilizzanti. Il corretto uso del sistema richiede una notevole attenzione nella gestione per quanto riguarda i turni, le quantità da distribuire e la pulizia dei filtri per evitare l’intasamento delle manichette. Il posizionamento della manichetta non può essere realizzato sul fondo della porca, ma, solo in cima.

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Fonte: Modello di coltivazione della patata in Emilia Romagna pag. 15-21
A cura di: Comitato Agronomico, Consorzio Patata Italiana di Qualità, Associazione dei produttori