Portare direttamente l’acqua nelle  radici della patata e ridurre il più possibile le perdite; con l’aiuto di una o più manichette sulla porca o tra le porche adesso è possibile. Una prova sperimentale durata sei anni mostra , come tale tecnica po’ essere introdotta. Bisogna però osservare sia il carico di lavoro che i costi del procedimento. L’irrigazione a goccia si differenzia dalla più comune irrigazione a rotolone in alcuni punti evidenti; la tecnica è molto efficace sull’acqua, si parla di risparmio di energia e compatibilità con la coltura.

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L’acqua viene al massimo spinta sotto una pressione di 2.5 bar verso l’interno della manichetta. Il dispendio di energia in questo caso è molto ridotto. Lungo tali tubature la pressione si riduce fino a 0.4 bar. I gocciolatoi sono disposti in maniera regolare dai 30 ai 80 cm sempre lungo la manichetta. Questo garantisce una distribuzione uniforme di apporto idrico per ben 750 m di lunghezza. Nella tecnica di irrigazione a goccia viene inumidito solo la parte sottostante al gocciolatore. Con l’aumento dei terreni verso una tessitura più pesante la capacità di assorbimento del suolo aumenta, così da far distribuire l’acqua in maniera orizzontale. La zona da bagnare si allarga e quindi si possono collocare delle manichette con dei gocciolatori più larghi. Solo una parte della superficie del terreno viene bagnata, la parte vegetativa rimane asciutta. Per questo motivo dopo l’irrigazione a pioggia l’evaporazione diretta dal terreno e dalla pianta risulta inferiore rispetto ad una irrigazione di scorrimento oppure ad una precipitazione naturale. Tuttavia le condizioni in questo caso sono che il campo non deve essere coperto del tutto dalla vegetazione (copertura vegetale incompleta). L’energia solare non viene deviata completamente dall’acqua evaporata, ma in parte viene riflessa dalla superficie asciutta del suolo. Evapora così il 20 fino il 30 % in meno, si risparmia così sulla quantità di acqua. In caso di copertura vegetale completa sono possibili ulteriori risparmi perché dopo il periodo di asciutta grazie alla presenza dei gocciolatoi, i suoli riescono ad assorbire bene la forte acqua piovana. Questo riduce lo scorrimento dell’acqua superficiale e la formazione dell’acqua di infiltrazione.

Esistono metodi diversi per realizzare un impianto a manichetta:

  • Manichette posizionate direttamente sulla porca, quindi nella parte alta (DKV);
  • Manichette posizionate sul solco anziché sulla porca in maniera alternata, risparmiando così una manichetta alla volta (ZDV);
  • Simile al precedente ma con una porca più compatta e la posizione della manichetta più alta (ZMDV)

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Durante il posizionamento dei tubi a manichetta sulla parte alta della porca, parte del suolo è abbastanza radicato, grazie appunto alla presenza di tale impianto di irrigazione. Questo tipo di impianto offre per quanto riguarda la distribuzione equa di acqua una pianificazione e un dimensionamento più appropriato. La manichetta sulla porca alta comporta un umettamento ed un rinfrescamento immediato sia nella zona radicale che di tuberizzazione. Questi sono i vantaggi più evidenti per questo tipo di impianto.

Invece nel caso del posizionamento delle manichette sul solco in maniera alternato, tali tubature sono disposta a circa 25 cm di profondità. Conseguentemente sarà anche minore la dose di somministrazione dell’acqua sotto i gocciolatoi, utile come riserva idrica per la pianta. Nei terreni più pesanti una parte dell’acqua viene assorbita dalla porca stessa. Ma il vantaggio sta che nella disposizione di manichette sul solco bisogna avere la metà dei gocciolatoi rispetto al sistema sulla porca. In questo caso la capacità del suolo di immagazzinare l’acqua sarà dimezzata. Apporti idrici giornalieri di oltre 4-5 mm non sono possibili senza la formazione dell’acqua di infiltrazione.  Tuttavia il metodo tra le porche risulta poco efficiente nelle prove degli ambienti con terreni sabbiosi e nei periodi di asciutta prima della fase di irrigazione. Con queste condizioni l’acqua apportata arrivava in maniera insufficiente nelle porche a causa della profondità delle tubature lungo i solchi e quindi non disponibile per le piante. La conseguenza fu un indice di tuberizzazione alquanto basso. Inoltre, nel applicazione delle tubature lungo i solchi, incombe un pericolo maggiore di scabbia sulle patate.

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Le prove di irrigazione condotte nella fase di progetto sono risultate possibili  grazie all’unione degli effetti positivi delle manichette sulla porca con le manichette disposte invece lungo i solchi. La forma compatta della porca e la posizione più alta della manichetta tra ogni seconda porca portano in caso ad un umettamento parziale della parte centrale della porca e migliorano così la crescita della piantine di patate, avendo la possibilità di attingere agli apporti di acqua. Tramite una profondità radicale più elevata nella zona di bagnatura, aumenta ovviamente tutta la zona da irrigare, ad esempio su un terreno sabbioso una capacità di campo (cc) del 10 %, si arriva fino al 25 % di cc rispetto ad uno metodo di irrigazione disposto lungo i solchi alternati.

Si asciugano i terreni, l’acqua rimanente viene trattenuta in maniera considerevole dalla matrice organica del suolo e la disponibilità idrica per le piante diminuisce. Per questo non ha alcun senso aspettare con l’irrigazione, fino a quanto il terreno sia completamente prosciugato. Nelle calde giornate estive l’apporto idrico sarebbe  davvero limitato. La conseguenza porterebbe a stress da caldo  con difetti durante la crescita e quindi perdita sia di resa che di qualità. Nel caso di tubature lungo il solco alternato ci sono delle ulteriori valutazioni per un inizio di irrigazione: da un lato l’acqua di condotta dal terreno  aumenta in maniera sovra proporzionale, con l’aumento del grado di umettamento. Questo permette di migliorare la distribuzione orizzontale dell’acqua. Dall’altro canto significa un inizio di una irrigazione puntuale, in quale punti sussiste l’acqua. Le piante reagiscono anzitempo con precisione in questa zona di umettamento nel irrigazione di solchi alternati.

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Negli anni di prova 2010-2014 sono stati ottenuto dei surplus di resa tramite l’irrigazione a goccia con delle punte fino al 130 % rispetto alla parte non irrigata. Il posizionamento delle tubature sul testa della porca ha portato durante l’arco degli anni un aumento del 50 % in confronto al non irrigato. Con il metodo del solco alternato invece, delle rese del 35 % in più.

In combinazione con l’irrigazione a goccia, si propone anche di concimare irrigando, la cosiddetta fertirrigazione. Il procedimento però non ha portato nelle prove delle rese o delle qualità migliori. Questo ha portato alle seguenti cause:

  • Durante il periodo piovoso sussiste il pericolo che il concime apportato tramite l’acqua di irrigazione immediatamente trapela, e quindi non disponibile per la pianta;
  • Dose di azoto tardive dopo la fioritura riducono l’accumulo di assimilati;
  • Concimi per la fertirrigazione altamente solubili sono più cari rispetto a quelli conosciuti e fisiologicamente acidi e convenzionali;
  • Tecniche necessarie per diluire e distribuire tali concimi sono dei costi aggiuntivi e dispendio di tempo;
  • Nell’utilizzo di concimi liquidi aumenta il pericolo che i gocciolatoi della manichetta si ostruiscano;
  • Per la fertirrigazione sono necessari dei tubi precompressati, cari e dispendiosi per una distribuzione equa di acqua. Per una semplice irrigazione a goccia bastano delle semplici manichette.

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Accanto agli aspetti tecnici sondi decisivi anche i costi. I rischi di procedura  sono fattispecie poco da tenere conto. L’obiettivo è il commercio delle patate irrigate a goccia con prezzi attrattivi, oltre 15 €/q per le patate da consumo. Nelle forme di tubi piccoli o disomogenei risultano interessanti tubi di un anno con parete sottile. Questo tiene i costi di investimenti durante l’entrata di questa nuova forma di irrigazione nel limite. I costi delle tubature per un irrigazione sopra la porca ammontano mediamente 750 €/ha e all’anno, anziché 5.500 €/ha per delle tubature medie, e, secondo la ditta di produzione, per ben sei anni di durata.

In teoria si deve mettere in conto il confronto dei tuberi precompressati di durata poliennale una distribuzione uniforme dell’acqua meno precisa. In pratica, e questo è il fattore più decisivo, la tecnica per l’inizio della nuova stagione anno per anno è nuova, e funziona quindi senza interruzioni: i tubi non sono spezzati, le pareti del tubo non sono danneggiati e i gocciolatoi non otturati. Inoltre il dispendio del tempo e il carico di lavoro per il recupero di tali tubature risulta evidentemente più basso.

Anche da un punto di vista ambientale l’applicazione dei tubi monouso appare condivisibile, essi portano solo ad una frazione rispetto a tubi di durata poliennale, costituiti di materiale sintetico da smaltire.

In base alla lunghezza della manichetta si consigliano di utilizzare:

  • Fino a 300 m, con pareti sottili e di durata annuale, con gocciolatoi semplici e non precompressati;
  • Dai 300-500 m, a pareti spessi di durata triennale, anche essi con gocciolatoi semplici;
  • Dai 500-750 m, a pareti spessi di durata poliennale e piuttosto cari, con gocciolatoi precompressati.
  • Oppure, in conclusiva, i tubi di adduzione non si dispongono ai margini del campo ma proprio a metà campo. I vasi conduttori si diramano così verso destra e verso sinistra. In questo caso raddobbiamo così la lunghezza delle manichette.

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Fonte: Kartoffelbau 04/2016 pag. 45-47
Autore: Martin Mueller