L’eliminazione dell’apparato fogliare della patata è, prima della raccolta, un accorgimento decisivo che si ripercuote in maniera netta sulla resa di mercato, sulla qualità del prodotto, così come sulla durata di immagazzinamento dei tuberi. Questi processi possono avvenire in maniera meccanica tramite una trinciatura, casomai accompagnata da un azione termica, in maniera chimica oppure in maniera doppia (meccanica e chimica). Il periodo dell’eliminazione del verde dipende dal tipo di obiettivo che si vuole ottenere. A causa delle molteplici differenze di sviluppo in vari contesti territoriali, accompagnati da un andamento climatico anch’esso alquanto diverso da zona a zona, non può essere dedotto in maniera univoca un trattamento standard per eliminare la parte fogliare della patata.

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L’eliminazione del verde fogliare rappresenta quindi un processo importante da un punto di vista qualitativo, che viene fortemente influenzato dalla richiesta di mercato e dagli effetti delle annate. L’importanza di questo fattore viene spesso messo in discussione all’atto pratico, poiché una valutazione se utilizzare un trattamento meccanico oppure chimico prima della raccolta non sempre risulta così facile. Per il produttore questo termine è senz’altro un fattore decisivo; ottenere patate di prima qualità e per soddisfare il consumatore finale con i loro fabbisogni alimentari il più lungo possibile. Per avere una revisione sul tubero e sullo sviluppo di maturazione, l’autovalutazione in campo è indispensabile. Il contenuto in sostanza secca o un esame di cottura per le patate da consumo mostrano degli indizi importanti su quando può avvenire un eliminazione del verde della patata. Per la prova di raccolta bisogna estirpare 10 piante a random e poi valutare una serie di parametri tra cui: resa e calibratura; contenuto in sostanza secca e proprietà di cottura; qualità interne ed esterne: ricacci e accrescimenti secondari, spaccature, cuore cavo, attacchi di marciumi vari, maculature ecc.
Il rischio di accrescimenti secondari sui tuberi aumenta quando durante periodi caldi con temperatura giornaliere di oltre 28 °C (durante la quale avviene l’arresto di crescita) seguono dei periodi freschi e umidi. Gli accrescimenti secondari possono pure comparire quando il momento di irrigazione, durante un lungo periodo di asciutta, non è quello esatto. In base ai momenti di sviluppo possono crearsi accrescimento secondari e formazione a catena, che sono i primi segnali di un problema qualitativo. Si osservano difatti delle strozzature a forma di bottiglia oppure nella parte apicale lo sviluppo di altri tuberi più piccoli. Sia per gli accrescimenti secondari che per la formazione di catenelle, provocano una mal distribuzione dell’amido all’interno, proprietà di cottura irregolari e talvolta un sapore poco gradevole. Il panorama varietale che provoca questi forme di fisiopatie è molto variabile, tanto che la scelta varietale può essere un piccolo rimedio per evitare spiacevoli sorprese. Varietà tedesche del tipo : Agria, Ditta o Nicola sono particolarmente sensibili a questo fenomeno. In contesti dove il rischio è alto, ad esempio eccessivi sbalzi di temperatura, è consigliabile non solo una volta, ma bensì due volte alla settimana di fare un controllo in campo e poi eventualmente risolvere il problema il prima possibile con il metodo di scelta per eliminare la parte fogliare. Ma con tuberi già eccessivamente malformati, una rapida eliminazione dell’apparato fogliare ormai non serve più a niente. Un riscontro si può ottenere intervenendo alle prime fasi del sintomo. IF

Con il taglio in due del tubero si potrebbe constatare prima della raccolta definitiva il grado di maturazione della patata. Se si intravede un bordo bianco, allora è meglio aspettare ancora un po’. Anche lo strofinare di due pezzi di tuberi taglianti l’uno contro l’altro può essere un primo indizio sul contenuto in amido. Se si forma una sorta di schiuma tra le due parti, allora è un buon indizio sulla maturazione e quindi sulla raccolta. Una attestazione più accurata si ottiene calcolando il contenuto in amido. Secondo la norma, avviene il taglio della parte epigea della pianta quando l’80 % del campo contiene la giusta quantità di amido. La maggior parte delle varietà sono pronte per essere raccolte ed immagazzinate con un tenore del 12 % di amido. Il contenuto in amido o il calcolo del peso sotto acqua può essere calcolato o con una specifica bilancia oppure con i cosi detti bagni di sale di propria realizzazione. Il vantaggio di quest’ultima è che la distribuzione dell’amido all’interno della pianta può essere meglio controllato e quindi valutato. Tramite l’eliminazione del verde si ottiene più o meno una perdita spiccata dell’amido. Quindi le differenze varietali devono essere osservate per bene. Soprattutto per quei lotti con un peso minimo e subito dopo una pioggia, è consigliabile misurare di nuovo la quantità di amido prima dell’eliminazione del verde.
Parametri differenti come umidità del terreno, sensibilità varietale e andamento climatico durante e dopo la rimozione delle foglie, giocano un ruolo fondamentale. Il doppio passaggio, ossia in maniera frazionata, riducono il rischio di imbrunimenti dei fasci vascolari e necrosi nella parte ombelicale del tubero. Questo avviene quando il contenuto di amido è al limite. I prodotti chimici per l’essicazione non devono essere applicati durante il periodo di stress vegetativo o nei periodi di eccessiva calura. Più asciutto è il terreno, più alto salirà la temperatura e più alto sarà il rischio. Il trattamento deve essere eseguito nelle prime ore del mattino, così le piante possono rigenerare il proprio contenuto idrico. Il doppio passaggio tramite il così detto splitting, ossia l’utilizzo di principi attivi diversi, offre l’alterativa di ridurre il pericolo di imbrunimenti vascolari e necrosi ombelicali ai tuberi. Il procedimento meccanico dovrebbe anch’esso essere eseguito in due passaggi oppure con l’applicazione di un passaggio termico

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Fondamentalmente vale che: più alto è il grado di maturazione del tubero, minor sarà il rischio di un solo passaggio chimico o meccanico. Dopo delle precipitazioni, e meglio attendere un paio di giorni prima di procedere all’asportazione del verde, il tempo che la pianta si rigenera di nuovo. Il pericolo dei ricacci avviene in momenti troppo anticipati di rispetto alla norma e soprattutto dopo un solo passaggio meccanico, seguito subito dopo da piogge. Questi ricacci portano ad una maturazione irregolare del tubero, così come un rischio più elevato dei danni meccanici durante la raccolta ed infine un maggior tasso di perdita durante lo stoccaggio. Ma il rischio più grave è che i ricacci alle piante attirano gli afidi durante i loro voli. Così avvengono le cosiddette infezioni tardive, che non sono una rarità, dato che i nuovi germogli traslocano bene le entità virali. In altri condizioni questi fenomeni possono portare all’insorgenza di infezioni da parte della peronospora. Quest’ultima provoca ingenti danni ai tuberi in magazzino. I campi di patate lavorate con il procedimento meccanico devono essere accuratamente controllate, gli eventuali nuovi ricacci sulla pianta restante devono essere eliminati con i prodotti disseccanti.Chemische Krautregulierung Phase 1

Fonte: Kartoffelbau 07/2015 pag. 19-22
Autore: Hans-Juergen Messmer