Il rapido sviluppo di vendita della patata già lavata impone una presentazione impeccabile per il consumatore. La lotta contro le malattie che alterano la presentazione del tubero prende al giorno d’oggi una grande importanza su tutta la filiera. I recenti progressi sulla conoscenza delle malattie è quello di proporre i metodi di lotta più efficaci. Fra le numerose cause possibili di alterazioni superficiali, le varie scabbie occupano un posto molto importante.

Le scabbie comuni
I lavori di ricerca francese hanno mostrato che con il termine di scabbia comune si intende in realtà due malattie distinte in scabbia pustulata e scabbia reticolata. Le due varianti si differenziano per i sintomi prodotti, le specie coinvolte, le piante ospiti attaccate, la reazione varietale della patata e le condizioni pedoclimatiche necessarie per la manifestazione del sintomo e quindi le condizioni possibili di una lotta.

Scabbia comune pustulata
Agente responsabile: batteri della specie Streptomyces europaeiscabiei, S. stelliscabiei e S. scabiei
Sintomi: cancri depressivi o in rilievo, d’aspetto variabile secondo la specie di Streptomyces, la varietà e le condizioni pedoclimatiche. Talvolta vengono osservati dei cancri sulla base degli steli e sugli stoloni.
Ospiti: Larga gamma di piante ospiti, oltre la patata, pianta a radice fittonante (carota, ravanello, rapa, barbabietola ecc.)
Fattori che favoriscono la contaminazione batterica: l’agente di danno interviene sul gonfiore degli stoloni quando i tuberi hanno raggiunto un diametro di 2 cm, oppure nelle prime 4-6 settimane di tuberizzazione. I fattori più suscettibili sono: il suolo è contaminato, il suolo è frequentemente asciutto e ventilato, la varietà è sensibile. Attualmente non esistono delle varietà resistenti alla scabbia comune, ma un gradiente importante da osservare è la temperatura. Di solito nel terreno è compresa tra i 19-24 °C. Più ci si allontana da questo range di temperatura, più il rischio diminuisce (diventa sensibile al di sotto dei 13 °C).
Pratiche colturali da mettere in atto: effettuare una rotazione lunga sull’appezzamento, la patata e le colture sensibili devono avere un lasso di almeno 4 anni; evitare l’introduzione di colture che favoriscono la proliferazione della malattia; in caso di necessità, effettuare la calcinazione dopo la raccolta del tubero; non impiantare patate dopo un ritorno di prato; impiantare alcune colture da sovescio come cereali vernini o leguminose e garantire loro una buona copertura; utilizzare sul terreno dei fertilizzanti ad azione acida come i solfati; mantenere il suolo umido durante le prime 4-6 settimane di tuberizzazione, scelta di varietà poco sensibili

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Scabbia comune reticolata
Agente responsabile: Streptomyces reticuliscabiei, talvolta pure S. europaeiscabiei in base alla condizione pedoclimatica e alla varietà.
Sintomi: reticolo più o meno regolare che copre una superficie più o meno esteso sul tubero. Nei casi più gravi avvengono delle spaccature sul tubero. Possibili attacchi sulla base degli steli, sugli stoloni e le radici.
Piante ospiti. Streptomyces reticuliscabiei è unicamente diffuso sulla patata.
Fattori che favoriscono la contaminazione batterica: la diffusione della malattia avviene entro le prime 4-6 settimane di tuberizzazione quando il suolo è già infettato, il suolo è troppo umido e poco arieggiato, la varietà è sensibile. Solo alcune varietà sono sensibili o molto sensibili alla scabbia reticolata. Di contro, la maggior parte delle varietà presenti oggi nel mercato sono totalmente resistenti. La temperatura all’interno del suolo è compresa tra i 13-17 °C. Più ci si allontana da quel range, più il rischio diminuisce; difatti diventa più sensibile con temperatura del suolo superiore ai 20 °C.
Pratiche colturali da mettere in atto: effettuare una lunga rotazione sull’appezzamento, per la patata almeno 4 anni; distribuire in maniera moderata la calce sul terreno solo dopo la patata; non impiantare patate dopo un ritorno di prato stabile, coltivare delle colture da sovescio come le leguminose oppure i cereali vernini e garantire loro una copertura corretta; distribuire dei composti fertilizzanti che provocano un acidificazione del terreno ad esempio i solfati; moderare le irrigazioni durante le prime 4-6 settimane di tuberizzazione per mantenere un suolo aerato e non troppo umido; cercare di utilizzare delle varietà resistenti. Tra le varietà sensibili ricordiamo: Bintje, Desireè, Adora, Agria; Ceasar. Di contro varietà resistenti sono: Nicole, Urgenta, Spunta, Sirtema.

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 Scabbia argentea
La scabbia argentea, causato dal fungo Helminthosporium solani, è considerato come una malattia da conservazione, anche se la contaminazione sul tubero avviene solo dopo la raccolta. Il suo danno effettivo è in genere piuttosto basso, ad esempio bassa incidenza sul rendimento, leggero aumento della perdita di peso durante la conservazione, ma l’incidenza economica è importante, soprattutto per la commercializzazione e dopo il lavaggio.
Agente responsabile: Helminthosporium solani
Sintomi: macchie circolari dall’aspetto argenteo a contorno irregolare dovuto al distacco dell’epidermide causato dal fungo. Raggrinzimenti possibili in corso di stoccaggio per disidratazione del tubero.
Piante ospiti: Questo agente non sviluppa dei sintomi soltanto sul tubero della patata. Di contro esso può manifestarsi sulla base dei germogli, sulle radici o eventualmente su altre colture (leguminose e cereali).
Fattori che favoriscono la contaminazione fungina: i residui colturali di specie sensibili possono mantenere l’inoculo nel suolo; l’allungamento del tempo di permanenza nel terreno, dall’essicazione alla raccolta, ossia la permanenza dei tuberi maturi nel suolo. (fase di conservazione) scarsa asciugatura del tubero in fase di immagazzinamento; il mantenimento di un umidità d’aria satura all’interno dell’edificio o sulla condensazione del tubero, soprattutto se nello stesso tempo la temperatura di tuberi è abbastanza elevato; lo sviluppo è possibile a partire da 5 °C ma raggiunge l’optimum da 8 °C; la presenza di spore nel locale; una scarsa asciugatura dei tuberi in fase di stoccaggio con formazione di condensa.
Pratiche colturali da mettere in atto: (fase vegetativa) esaminare un campione di 50-100 tuberi ancora in campo; trattare le piante con dei fungicidi contro agenti come la rhizoctonia o l’antracnosi, secondo gli obiettivi per le destinazioni commerciali (industria, fresco non lavato, fresco lavato), mantenere il lasso di tempo essicazione-raccolta il minimo necessario per la suberificazione della pelle (meno di 4 settimane se possibile). (fase conservazione) disinfettare correttamente i locali prima dell’arrivo dei tuberi; asciugare i tuberi all’inizio della conservazione; ventilazione con dell’aria più fredda di 1-2 °C in rapporto alla temperatura del tubero; evitare la condensa sul tubero per un controllo efficace all’interno dell’impianto; se possibile, mantenere la temperatura dei tuberi a circa 5 °C, asciugare bene i tuberi all’uscita dallo stoccaggio.

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Antracnosi o dartosi
L’antracnosi, chiamato anche malattia dei punti neri, è provocato da un fungo: Colletotrichum coccodes. E’ una malattia che affligge la qualità estetica dei tuberi, e quindi induce una perdita di rendita in caso di forte contaminazione. La malattia è praticamente presente in tutte le regioni pataticole.
Agente responsabile: Colletotrichum coccodes
Sintomi: La malattia attacca tutti gli organi della pianta. Sulla parte aerea le foglie ingialliscono, si arrotolano verso l’alto e disseccano, dalla sommità della pianta verso la base dei germogli. Sulle radici avviene la distruzione precoce dell’apparato e la comparsa di punti neri: i microsclerozi. Sul tubero compaiono delle macchie opache, da grigio chiaro a bruno, con contorno regolare e diffuso, punteggiato o no da microsclerozi (punti neri più grossi e più disseminati rispetto alla scabbia argentea). Con l’umidità, questi microsclerozi formano delle setole caratteristiche che donano un aspetto da riccio. Dei sintomi atipici, dalle fosse scure sul tubero, possono apparire dopo un esposizione al freddo di solito 10 °C. Questi sintomi appaiono anche , ma meno frequenti, a temperature tra 5-15 °C.
Piante ospiti: Questo agente patogeno si sviluppa principalmente sulle solanacee e cucurbitacee e su certe piante spontanee come la morella nera, lo stramonio, l’alchechengi.
Fattori che favoriscono la contaminazione fungina: (fase vegetativa) un suolo leggero e sabbioso; una carenza di azoto; una temperatura elevata; un scarso drenaggio del suolo; i residui colturali contaminati; la presenza di piante ospiti spontanee; le spore presenti allo stato libero nel suolo; la pianta contaminata; l’allungamento del tempo essicazione-raccolta. (fase di conservazione) un errata asciugatura dei tuberi; la presenza di particelle terrose sul tubero; il mantenimento di un umidità satura all’interno dell’impianto di conservazione; uno sviluppo dei sintomi a partire da 5 °C a partire dalle spore.
Pratiche colturali da mettere in atto: Praticare una rotazione lunga sulla patata, almeno di quattro anni (i microsclerozi si conservano per più anni nel suolo); mantenere un range corto tra l’essicazione e la raccolta (3-4 settimane); asciugare i tuberi bene prima dello stoccaggio; se possibile, mantenere la temperatura di conservazione sufficientemente basso, circa 5 °C; asciugare bene dopo lavaggio o condensazione i tuberi dal magazzino.

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Prevenire il rischio di comparsa delle scabbie
Il metodo attualmente utilizzato è stato testato con successo sui substrati artificialmente contaminati con dei ceppi geneticamente identificati e su qualche suolo naturale. Dei miglioramenti sono in corso per tentare di accorciare il ciclo vitale della coltura (nota di attacchi sull’apparato radicali e perciò di fornire una diagnostica più rapida. Tuttavia, in realtà certi metodi costituiscono uno strumento interessante di previsione dei rischi e di aiuto per la scelta della varietà da piantare, primo collegamento di un sistema di protezione integrata contro le principali scabbie della patata. L’informazione fornita per questo test permette di generare in seguito più facilmente la scelta varietale e di evitare gli errori nelle tecniche colturali, sapendo che certe tecniche colturali favoriscono un tipo di scabbia a sfavore di un’altra, ad esempio le tecniche di irrigazione.

Fonte: Arvalis Institut du Végétal, INRA GNIS Novembre 2003, pag 2-8