L’impianto delle coltivazioni di patata, qualunque sia il ciclo colturale, viene effettuato quasi sempre utilizzando i cosiddetti tuberi seme o porzioni di essi, in quanto la moltiplicazione di questa solanacea avviene principalmente per via vegetativa. Ogni varietà di patata rappresenta, quindi, una popolazione geneticamente omogenea, costituita da individui tutti provenienti agamicamente da uno stesso tubero e, pertanto, essa è dotata di elevata stabilità dei caratteri, sia della pianta sia soprattutto dei tuberi. La via di moltiplicazione agamica, può comportare però gravi problemi di natura fitosanitaria, con particolare riguardo alle virosi, che rappresentano le malattie più diffuse e potenzialmente le più dannose per la patata, in quanto facilmente trasmissibili dalla pianta ai tuberi. Tuberi seme ottenuti da piante malate danno origine, nella maggior parte dei casi, a piante malate, con ripercussioni assai negative sulla produttività. La produzione di tuberi seme di patata richiede la coesistenza di determinate condizioni, climatiche in primis, che no sono riscontrabili in tutti gli ambienti e in tutti i periodi dell’anno.

Johan Slager aardappelteler in Sint-Annaland
In Italia e in altri paesi caratterizzati da un clima favorevole allo sviluppo di insetti vettori di virus (innanzitutto alcune specie di afidi) non sempre riesce a produrre tuberi seme sufficientemente sani. Difatti nel nostro paese vengono importati ogni anno grossi quantitativi di tuberi seme da Paesi geograficamente collocati a latitudine maggiori, con conseguente aggravio dei costi di produzione e della bilancia commerciale nazionale. Come per la maggior parte delle sementi, anche la produzione e la commercializzazione dei tuberi seme di patata sono regolamentate da norme, nazionali e comunitari, che ne disciplinano non solo gli aspetti sanitari, ma anche quelli riguardanti la purezza varietale, la denominazione della varietà, i requisiti qualitativi minimi per la commercializzazione e così via. L’Unione Europea ha fissato una serie di misure applicative riguardanti la certificazione dei tuberi seme e la loro commercializzazione tra i Paesi membri. Per la moltiplicazione dei tuberi seme di patata sono previsti, inoltre rigidi controlli produttivi, nonché specifiche azioni di verifica e di controlli produttivi. Queste operazioni sono svolte da agenzie nazionali che certificano l’idoneità dei tuberi seme con riguardo alla purezza varietale allo stato fitosanitario e al possesso degli altri requisiti minimi imposti dalla UE. In Italia l’ENSE, Ente Nazionale Sementi Elette, è l’istituzione pubblica predisposta alla certificazione ufficiale dei prodotti sementieri e di conseguenza dei tuberi seme di patata.
La maggior parte delle produzione di patata da seme in Europa si concentra nei Paesi Bassi, dove la superficie investita risulta più o meno stabile. Oltre a essere caratterizzati da condizioni pedoclimatiche particolarmente favorevoli alla moltiplicazione in sanità dei tuberi seme, vantano una notevole professionalità degli operatori nel settore un alto livello di ricerca e sperimentazione, che hanno consentito la costituzione di un numero assai elevato di varietà. La certificazione dei tuberi seme viene effettuata dal NAK (Nederlandse Algemene Keuringsdienst), una delle più importanti agenzie di certificazione delle sementi in Europa. Tra gli altri paesi, la Germania e la Francia giocano un ruolo non meno importante. La certificazione dei tuberi seme è garantita dal Bundesortenamt per la Germania e la SOC per la Francia. In Italia la produzione di tuberi seme è alquanto ridotta compresa tra areali come altopiano della Sila, Appennino bolognese e modenese e nelle principali vallate del Trentino Alto Adige (Val di Non, Val Pusteria, Giudicarie).

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I principali requisiti che caratterizzano la qualità dei tuberi seme certificati riguardano il loro livello di sanità e le dimensioni, cioè peso e calibro. In Italia tutti gli aspetti concernenti la produzione e la commercializzazione dei tuberi seme di patata sono disciplinati dal DPR n. 1065 del 1973 e successive modificazioni, che comunque tengono conto delle direttive comunitarie sopracitate. Sulla base di tali normative, i tuberi seme sono distinte in due categorie: base (cartellino bianco) e certificata (cartellino azzurro). La prima è suddivisa, a sua volta, in tre classi: S (super), SE (superélite) ed E (élite); la certificata comprende due classi: A e B. Le diverse categorie e classi sono caratterizzate da alcuni aspetti commerciali comuni riguardanti il confezionamento, l’identità e la purezza varietale, ma da livelli di sanità differenti. Riguardo alle impurità, è ammessa una presenza di terra e di corpi estranei non superiore al 2 % del peso, mentre la quantità di tuberi con difetti esterni, non deve superare il 3 % del peso. Quanto agli aspetti fitosanitari, la normativa vigente stabilisce limiti ben definiti e specifici per ogni classe, alla presenza delle più importanti avversità fitosanitarie, con particolare riferimento alle virosi gravi e alle batteriosi. I tuberi seme prodotti devono inoltre provenire da campi non contaminati da nematodi del genere Globodera e Ditylenchus, dalla rogna Synchytrum endobioticum e dai batteri Ralstonia solanacerum (marciume bruno) e Clavibacter michiganensis (marciume anulare). Sono tolleranti un massimo dell’1 % (in peso) di tuberi attaccati da marciumi secchi e umidi, purchè non causati da rogna e batteriosi appena citate, e un massimo del 5 % (in peso) di tuberi attaccati, per non più di 1/3 della loro superficie, da scabbia comune.

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Per quanto riguarda le dimensioni, la normativa prevede innanzitutto che i tuberi seme di patata non possono essere commercializzati se hanno un calibro inferiore a 25 mm. Per quelli con calibro superiore a 35 mm, i limiti inferiore e superiore del range di una partita sono espressi in multipli di 5, e la differenza di dimensioni tra due calibri estremi non devo superare 25 mm. A ogni modo, non è consentita la presenza di una quantità maggiore del 3 %, in peso, di tuberi con calibro inferiore o superiore agli estremi dichiarati.
Negli ultimi anni sono in costante crescita le produzioni di patate ottenute in regime di coltivazione biologica. Gli attuali regolamenti che disciplinano questo settore prescrivono l’utilizzo, per queste particolari colture, di tuberi-seme prodotti secondo le norme dell’agricoltura biologica. Eccezionalmente, in caso di mancata disponibilità di semente biologica, è consentito l’impiego di tuberi seme ottenuti con metodi di produzione convenzionali, purchè non trattati con prodotti chimici non ammessi in agricoltura biologica. Tra i principi attivi utilizzati come concia per i tuberi seme troviamo Imazalil e Tiabendazolo.

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Fonte: Coltura e Cultura la patata, di R. Angelini; pag. 490-499

Autori: Italo Giordano, Alfonso Pentangelo