Nella moderna pataticoltura, la Russia viene riconosciuta a livello mondiale e si aggiudica il terzo nella posto in classifica nella produzione totale dopo la Cina e l’India. Quindi non c’è da meravigliarsi perché in Russia le patate sono state, e le sono tutto’ora, un piatto prelibato. Il consumo annuale pro capite in Russia si aggira attorno i 130 kg. Inoltre, le patate vengono considerate per tanti russi una fonte di sicurezza contro le economie imprevedibili e in gran parte vengono coltivate negli orti.
L’autoapprovvigionamento esisteva già ai tempi dell’Unione Sovietica. Si stima che due terzi della produzione pataticola avveniva dai privati, mentre i kolchoz (proprietà agricola collettiva) e i sovchoz (azienda agricola statale), corrispondevano al restante terzo della produzione. La qualità delle patate di produzione statale lasciavano molto a desiderare, e chi poteva permetterselo, seminava i propri tuberi, oppure si andava dai parenti sul campo o acquistava nei mercati kolchoz, dove i prodotti dei privati venivano venduti alla popolazione rurale.

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Con il cambiamento del 1991, l’importanza della patata aumentò. L’accavallarsi di riforme economiche hanno provocato una serie di povertà tra le popolazioni russe portando alla coltivazione di patate e ortaggi nei propri appezzamenti di terreni come fonte di sopravvivenza tra i popoli. Per fortuna, a suo tempo, la maggior parte delle famiglie possedeva una dacia (abitazione russa) con annesso il terreno, dove si potevano coltivare per bene gli ortaggi. Parallelamente prese una discesa rapida la produzione di origine statale. La richiesta di patate prese un rallentamento e già le scarse infrastrutture crollarono del tutto. La Russia ha passato così il fenomeno dell’autoapprovvigionamento di patate e ortaggi e le eccedenze vennero vendute ai bordi delle strade.
La produzione di patate per il 90 % si trova nelle mani dei produttori autosufficienti e alle attività agrarie secondarie. I commercianti comprarono le patate sul campo e li portarono nei mercati delle città russe. L’agricoltura russa nel frattempo si era suddivisa in tre sezioni: assieme ai produttori autosufficienti e alle attività agrarie secondarie, a partire dagli anni novanta si svilupparono i cosiddetti produttori privati (i fermer russi) che furono orientati verso il modello occidentale. Le aziende statali di una volta sono state privatizzate e gradualmente si svilupparono nelle attuali grandi aziende.
A partire dagli anni 2000 l’economia russa si stabilizzò. Come già accennato, tante persone abbandonarono il sistema dell’autoapprovvigionamento e le patate incominciarono a trovarsi sempre di più negli scaffali delle grandi catene commerciali, che si svilupparono nel frattempo in maniera veloce. Per questo motivo la richiesta di patate in quegli anni prese un forte aumento. Attorno alle grandi città si svilupparono delle moderne aziende pataticole, che coprirono i fabbisogni delle domande di tuberi con quelle di qualità migliori. Contemporaneamente la produzione di patate diventò un metodo di guadagno interessante per le attività agrarie secondarie e gli agricoli privati. I produttori autosufficienti pian piano andavano a ridursi anche se la percentuale di produttori di patate private in Russia è ancora molto alta.

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La raccolta pataticola russa nell’anno 2015 è stata stimata attorno ai 33.6 milioni di tonnellate. Tra essi 4.6 milioni t prodotte dalle grandi aziende e circa 3 milioni t dai produttori privati; la maggior parte, ovvero 26 milioni di tonnellate prodotte derivano infine dal settore privato, che comprende appunto i produttori autosufficienti e le aziende agricole secondarie. Secondo il Rosstat, la statica nazionale russa, la produzione media si aggira sulle 16 t/ha. Questo valore sembra molto basso, ma le differenze aziendali sono molto ampie. Nel settore privato si verificano delle rese attorno le 12 t/ha. Tante realtà aziendali che lavorano con i metodi tradizionali, hanno delle rese di circa 20 t/ha, mentre le aziende più moderne producono delle rese di 40 t/ha e oltre.
Un fattore che limita la resa delle patate in Russia è il clima continentale. I suoli russi si prestano in generale molto bene per ospitare la patata, ma l’estate calda e secca provoca stress alle piante, e il periodo transitorio per la semina e la raccolta non lascia molto tempo. Per questo si arriva a delle perdite di raccolto. Nella maggior parte delle zone le precipitazione medie si aggirano sotto i 600 mm all’anno, tanto che l’acqua rappresenta il fattore decisivo per una produzione di successo. Molte aziende, soprattutto nel sud, si sono attrezzati con un impianto di irrigazione. L’assenza oppure anche l’arrivo delle piogge estive hanno una grossa influenza sul raccolto e quindi sul prezzo delle patate. Nel settore privato, una pioggia al momento giusto può portare in alto un raccolto. Le patate in più vengono immesse sul mercato abbassando così i prezzi.
Una altro problema è la qualità del tubero seme, che in Russia non è mai stata così alta. Con il cambiamento del 1991 la moltiplicazione dei tuberi seme russa crollò. Si era creata una forte carenza di patate da semina di una certa qualità. Gli olandesi furono i primi ad esportare tuberi da semina verso la Russia. Negli ultimi anni anche i fornitori tedeschi hanno recuperato. Attualmente circa il 90 % dei tuberi seme che vengono seminati in Russia provengono dai paesi occidentali.

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Nel anno 2015 sono stati importanti 32.900 tonnellate di patate da semina verso la Russia. Questo quantitativo non è molto per una superficie da semina complessiva di oltre due milioni di ettari. Il motivo è il prezzo troppo alto. Una tonnellata di patate da semina importata costa con il trasporto e lo sdoganamento attorno i 1000 €, mentre il prezzo di produzione di patate si aggira sui 150 € per tonnellata.
Sotto queste condizioni una moltiplicazione di patate da semina sarebbe da un punto di vista economico valido. Tante grandi aziende moltiplicano i tuberi da semina importati in maniera autonoma. Tuttavia non sono senza rischi, dato che la calda estate russa porta una presenza di afidi con conseguente pressione virale. Esistono alcune regioni della Russia del nord e Siberia, dove il clima è più adatto alla coltivazione della patata. Lì negli ultimi anni si sono affermate delle aziende di moltiplicazione, ma la qualità lascia ancora a desiderare e i prezzi per le patate da semina certificate sono relativamente alte. Per questo tante aziende commerciano i loro tuberi seme senza documenti nel cosiddetto mercato grigio. Queste sono poi spesso le patate di seconda riproduzione che già in se portano una serie di malattie.
In maniera evidente la qualità generale della patata è bassa. Nei settori privati le patate da semina vengono rinnovate in maniera a rilento e i trattamenti fitosanitari si riducono solamente alla lotta contro la onnipresente dorifora. Se non si combatte questo fitofago, nelle estati calde tale insetto può ridurre la pianta del solo stelo. Tutto diverso invece con la peronospora che viene invece combattuta con la cernita dei tuberi sani. Quando non ce ne proprio, si procurano altri tuberi da semina. Tuttavia la peronospora della patata non rappresenta la principale malattia nei campi russi, dato che il caldo e l’aridità favoriscono altre malattie come l’alternaria e le virosi. Anche le malattie da magazzino come le fusariosi sono molto comuni e in tanti terreni ci sono pure i nematodi.

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I russi sono abituati come allora e anche adesso, a consumare le patate fresche. La lavorazione industriale finora ha sempre giocato un ruolo poco rilevante. Si stima che solo il 2 % del raccolto russo va a finire nell’industria. Da una parte vige una domanda del prezzo. Le patate lavorate sono più care rispetto a quelle fresche, e questo si evidenzia quando il 50 % della spesa casalinga viene consumata nei prodotti alimentari, rappresentando così un fattore decisivo. Dall’altra parte la bassa qualità della merce allo stato grezzo ha rallentato la rapida diffusione delle fabbriche di trasformazione. Per realizzare un moderno impianto di trasformazione, tutta la catena di produzione, che parte dal seme fino alla raccolta, deve essere organizzata. La produzione di patate da industria di una buona qualità nel clima russo è possibile raggiungere solo con l’irrigazione, per questo sono necessarie delle aziende moderne e attrezzate. Se esistono queste condizioni, si può avere una certa tutela contro i cospicui oscillamenti dei prezzi nel mercato fresco.
La maggior parte della raccolta delle patate russe viene commerciata in maniera non lavata e nei sacchi. In Russia è ancora consuetudine,che le patate vengono acquistate per l’inverno durante l’autunno e poi conservate nelle cantine. Per questo motivo la stagione principale del mercato pataticolo russo si trova tra settembre e ottobre. La maggior parte dei piccoli produttori non hanno abbastanza spazio nel magazzino, quindi sono costretti a vendere la merce fino all’arrivo dell’inverno. Per questo motivo il prezzo nelle raccolte favorevoli può scendere in maniera vertiginosa a fine autunno. Chi può conservare le patate, invece, attende i prezzi dell’inverno, che abitualmente iniziano a salire a partire da metà dicembre. Tuttavia si è mostrato negli ultimi anni, con le annate di sovrapproduzione e con la conservazione in magazzino, non si ottengono alcun affare. Negli ultimi quindici anni sono stati costruiti nuovi magazzini di stoccaggio e l’offerta riesce a coprire la crescente domanda in maniere lentamente.
Con l’affermarsi della comunità degli stati indipendenti è nata la richiesta di patate lavate e confezionate. La maggior parte delle patate russe non sono adatte al lavaggio; troppe imperfezioni si osservano alla luce. E un prezzo più basso è più importante per certa gente rispetto alla qualità e all’estetica. Per questo motivo nei negozi dove si trovano gli scaffali contenenti le patate, si osserva del terriccio e dello sporco nei pavimenti. Molti negozi hanno risolto il problema, conservando i tuberi in sacchi cellofan. Una eccezione viene rappresentato dalle patate novelle. Questi arrivano in primavera in commercio e si trovano fino all’incontrarsi con le prime patate russe nello stesso scaffale a partire da metà giugno. Le patate novelle oggigiorno provengono principalmente dall’Egitto, così come dal Azerbaigian, Israele, Cina e Pakistan. Prima della crisi in Ucraina, una parte delle patate novelle proveniva dal Europa meridionale, questo è stato cambiato con l’embargo russo dei prodotti alimentari. In generale l’importazione delle patate novelle in Russia ammonta a circa 400.000 tonnellate, quindi rappresenta fondamentalmente il 2-3 % del mercato in generale.

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Gli anni migliori per i produttori pataticoli russi sembrano ormai andar via. Negli anni 2000 la richiesta nel settore commerciale era più alta rispetto all’offerta e il prezzo dei produttori era evidentemente buono e stabile. L’anno 2010 è stato un anno di svolta. Quell’anno c’è stato in Russia una estate insolita: troppo calda e asciutta. Questo ha portato ad una drastica scarsità della resa e il seguito sono stati gli eccessivi prezzi della patata. Sembra che tanta gente con un piccolo bugdet si sia realizzato un mestiere; che la coltivazione di patata per il proprio fabbisogno è praticamente irrinunciabile. Perché nell’anno successivo c’è stata invece una eccedenza delle patate, soprattutto da parte del settore privato. In questo caso il prezzo calò drasticamente sotto i costi di produzione e i produttori di patate hanno subito delle perdite. Le superfici sono state ridotte e i prezzi si sono ripresi nuovamente. Ma nell’anno 2015 si ritornò nuovamente alle eccedenze di prodotto sul mercato e i prezzi affondarono come conseguenza. Insieme al tempo favorevole il motivo basilare delle alte rese portarono alla gente a piantare le patate per il proprio fabbisogno. Oggi il produttore di patate russo durante la semina non sa se riesce veramente a coprire i costi con i prezzi autunnali.
Il continuo sviluppo della economia pataticola russa dipende per lo più dallo sviluppo generale dell’economia nazionale. Quando la crisi momentanea, così come sembra essere presente, può essere superata, porterebbe ad un trend sulla diminuzione dell’autoapprovvigionamento, che comporta invece ad un una crescita economica per il settore commerciale. Con una reddito del consumatore più elevato, anche le patate lavorate possono aumentare con il tempo la loro quota sul mercato. Un obiettivo urgente della economica pataticola russa deve essere il miglioramento qualitativo delle patate da semina. La ricostruzione di una propria coltivazione e scelta varietale è imprescindibile per una realtà di mercato così grande come la Russia. Tra di esse appartengono un sistema di controllo funzionante e un miglioramento delle conoscenze sia da parte dei produttori che degli organi di controllo.

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Fonte: Kartoffelbau 04/2017 pag. 50-53
Autore: Hanspeter Rikli