La patata è coltivata in oltre cento Paesi distribuiti su tutte le latitudini, con le condizioni climatiche più diverse, dalle zone prossime al circolo polare artico fino all’estremità meridionale del continente sudamericano. La patata è un componente insostituibile della tradizione alimentare di numerosi Paesi ed è la specie maggiormente coltivata dopo i cereali (mais, riso e frumento). Secondo la FAO (Food and Agricultural Organisation) nel 2012 la patata è stata coltivata nel mondo su oltre 19.000.000 ha, mentre la produzione totale ha superato i 365.000.000 t. L’Asia e l’Europa sono i due principali produttori di patata, rispettivamente 47,6 % e 31,9 %.
L’incremento della produzione mondiale è dovuto all’espansione della coltura e all’aumento delle produzioni unitario in Asia, Africa e America latina. Il continente asiatico, in particolare con Cina e India, ha fortemente contribuito a questa crescita. Viceversa, nei paesi industrializzati la produzione è leggermente diminuita, soprattutto in Europa e nei paesi del Commonwealth. I primi venti paesi raggiungono assieme circa l’80 % della produzione mondiale. Il consumo della patata è in progressivo aumento, grazie alla facilità della coltivazione, la buona adattabilità alle diverse condizioni pedoclimatiche e l’elevato valore alimentare, che hanno contribuito al crescente successo di questa coltura in Paesi a basso reddito, dove gli agricoltori la utilizzano sia per l’autoconsumo sia per la vendita diretta.

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(Fonte: FAOSTAT 2012) * fonte non ufficiale o comunque stimata

La Cina rappresenta in assoluto dal 1993 il primo produttore mondiale della patata. Con l’incremento demografico e con lo sviluppo dell’economia, la produzione pataticola si è espansa velocemente. Lo sviluppo della filiera agroindustriale della patata contribuisce ad alleviare la povertà nel paese, a migliorare la sicurezza alimentare e ad aumentare il reddito degli agricoltori. La produzione unitaria è in media di 16,1 t/ha, ma varia notevolmente da regione a regione. I tuberi sono utilizzati per l’autoconsumo, per la vendita come ortaggio per il consumo diretto e come materia prima per l’industria di trasformazione. Si prevede che la superficie coltivata a patata continuerà ad aumentare rispetto ad altre colture da reddito, per soddisfare la crescente domanda dell’industria e per la diffusione del ciclo di coltivazione invernale negli appezzamenti coltivati a riso.

Attualmente l’India è al secondo posto nel mondo per la produzione di patate, nonostante sia arrivata in paese soltanto nel Seicento. Rappresenta un ortaggio della dieta quotidiana da solo o in combinazione con legumi o cereali, ma il consumo pro-capite è basso a causa del prezzo elevato di vendita. In India la produzione di patate avviene durante tutto l’anno, in base alle diverse condizioni pedoclimatiche delle aree di coltivazione. Nelle pianure, dove si concentra circa l’85 % della produzione totale, le cultivar autoctone vengono coltivate soprattutto nella stagione autunnale. La resa unitaria si aggira attorno i 21,7 t/ha. Solo il 4 % della produzione totale è destinato all’industria di trasformazione, soprattutto perché il prodotto fresco è disponibile durante tutto l’anno. La deperibilità e l’ingombro necessario alla conservazione dei tuberi ne rendono difficoltosa la commercializzazione estera.

La pataticoltura nella Federazione Russa è sviluppata in tutte le regioni del Paese, con una prevalenza nelle regioni centrali. La produzione negli ultimi anni proviene fondamentalmente da tre tipologie di aziende: aziende agricole, aziende agricole contadine e piccole aziende agricole private. Queste imprese si differenziano per superfici coltivate, quantità prodotte, livello tecnico ed efficienza di gestione. Le imprese agricole includono le aziende agricole collettive (ex kolchoz) e le società cooperative agrarie di stato. In gran parte delle regioni la resa media unitaria si aggira sui 13,4 t/ha, dato che la struttura pataticola in termini di utilizzo e di produzione è molto frammentata. Negli ultimi anni il consumo pro capite è stato di 120-130 kg. Più del 50 % della produzione di patata nello stato russo è destinato all’alimentazione umana come patate fresche.

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La patata è una delle più importanti colture agricole dell’Ucraina e, per la stragrande maggioranza della popolazione in autosufficienza, rappresenta un prodotto basilare per la sicurezza alimentare. Per quanto riguarda i consumi pro capite si colloca tra i primissimi posti in classifica. Con una produzione di ben oltre i venti milioni di tonnellate, l’Ucraina si colloca al quarto posto nel ranking mondiale, ma la resa per ettaro unitario risulta ancora piuttosto bassa (16 t/h), specialmente per l’uso poco efficiente delle varietà autoctone, dovuto alla mancanza di materiale riproduttivo di qualità. Le analisi dei dati di produzione degli ultimi anni indicano che il rendimento massimo si registra nella regione della Polissa e nella zona della foresta-steppa.

Introdotte in Nord America dai coloni inglesi, le patate sono un elemento fondamentale nella dieta statunitense da circa 250 anni. Nel corso del Novecento, la pataticoltura nel paese è stata caratterizzata dal passaggio da piccole piantagioni autosufficienti con una produttività relativamente bassa a imprese di grandi dimensioni, fortemente capitalizzate e produttive. La produzione di patate negli stati occidentali è destinata principalmente alla lavorazione dei tuberi, in particolare alla produzione di french fries; quella destinata alla trasformazione di chips è invece concentrata negli stati orientali e nel Midwest. Gli USA sono il quinto produttore di patate nel mondo, in termini di resa per unità di superficie si colloca al secondo posto, con 45,8 t/ha, dietro solamente alla Nuova Zelanda. I tre principali stati produttori sono Idaho,Washington e Wisconsin.

In Germania la patata costituisce un alimento di fondamentale importanza. Fino agli anni Sessanta veniva utilizzata frequentemente anche per l’alimentazione di animali da ingrasso, mentre oggi non è più impiegata a questo scopo. E’ invece aumentato notevolmente l’interesse verso cultivar adatte alla trasformazione industriale, coltivate appositamente per l’estrazione della fecola, per la produzione di bioetanolo, di patate surgelate e disidratate. Negli ultimi cinquant’anni la produzione nazionale di patate è assai diminuita; ciononostante rappresenta il primo produttore della Comunità Europea. Le principali aree di coltivazione di patate sono Bassa Sassonia, Baviera e Renania settentrionale-Vestfalia, con una produzione unitaria media di 44,7 t/ha.

In Polonia la patata è, assieme ai cereali, una delle più importanti specie vegetali coltivate. La Polonia si trova al centro della vasta area europea dedicata alla pataticoltura. Attualmente si colloca tra i paesi europei a maggior superficie investita di patate. Ciò può essere attribuito dalle condizioni pedoclimatiche idonee fino alla versatilità di impiego del prodotto. Per decenni questo paese è stato il punto cardine in cui la patata ha svolto un ruolo importante nell’agricoltura e nell’economia. Gli anni Sessanta e Ottanta rappresentano una sorta di era dorata della patata. Il gran numero di piccole aziende agricole, oltre il 90 %, giustifica l’adozione di tecniche colturali a basso investimento, insieme a un uso più intensivo di manodopera a basso costo. La superficie destinata al tubero supera i 370 mila ha, con una resa media pari a 24,7 t/ha.

La prima attestazione della presenza della patata in Bielorussia risale agli inizi del Seicento. Appena un secolo dopo, la patata era diventata uno dei cibi più popolari e diffusi. Tradizionalmente, i bielorussi hanno sempre coltivato le patate nei giardini estivi e negli appezzamenti privati per diversi utilizzi. Dopo il crollo del comunismo nel 1991, si è registrato un notevole incremento delle superficie private destinate a questa solanacea, mentre si è sensibilmente ridotta la coltivazione nelle fattorie collettive. Attualmente la patata è diffusa su tutto il territorio nazionale, ma la produzione è concentrata soprattutto nelle aree del centro e del sud del paese. Soltanto il 5-6 % del prodotto viene trasformato, mentre il consumo di patate fresche pro capite è in assoluto tra i più alti del mondo. La resa media per unità è aumentata al 20,8 t/ha.

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La patata rappresenta oggi, in termini economici, la principale coltura a seminativo dei Paesi Bassi. Circa l’80 % di tutta la produzione nazionale (patate fresche, tubero-seme, fecola, semilavorati ecc.) viene esportato soprattutto nei Paesi dell’UE. Mentre altri seminativi hanno perso di importanza, la patata ha addirittura aumentato la sua importanza per le aziende agricole olandesi. Ciò è dovuto principalmente all’incremento di due settori a elevato valore aggiunto: quello delle patate da seme e quello dell’industria di trasformazione alimentare. Inoltre beneficiano di condizioni favorevoli alla coltivazione e di una notevole organizzazione infrastrutturale, con aziende agricole specializzate e un efficace organismo di certificazione delle sementi : il NAK con sede a Emmeloord. Con rese unitarie medie di 45,2 t/ha, quindi tra le più alte d’Europa, la superficie totale è rimasta invece stabile negli ultimi 40 anni.

In Francia la coltivazione della patata interessa diverse tipologie di prodotto che fanno riferimento a distinte organizzazioni professionali o interprofessionali (patate da seme, mercato fresco, per la trasformazione). Rappresenta uno dei paesi produttori europei più influenti in termini di valore e di volume produttivo. Negli ultimi dieci anni la Francia è diventata il primo esportatore europeo di patate da consumo. La produzione di quest’ultime avviene nelle regioni settentrionali del paese, tra cui il Passo di Calais e Piccardia, seguono la Champagne-Ardenne e la Normandie. Inoltre esiste la possibilità di produrre patate su vaste aree, dotate di terreni leggeri in grado di supportare rotazioni di almeno quattro-cinque anni per le patate da consumo e di oltre sei anni per le patate da seme. Con una resa per superficie media di 41,1 t/ha, si colloca tra i principali mercati mondiali.

L’Italia contribuisce solamente per circa il 3% della produzione dell’Unione Europea, con un valore quantitativo di circa 1.600.000 tonnellate all’anno, con una resa media unitaria di 26,2 t/ha. La superficie coltivata si aggira attorno i 60.000 ha. Si può dire che la patata viene praticamente coltivata in tutto il territorio nazionale. Le prime tre regioni produttrici sono Emilia Romagna, Campania e Abruzzo, seguite da Calabria, Veneto e Toscana. Per quanto riguarda invece la patata primaticcia, ossia varietà di patate che vengono raccolte prima della completa maturazione, la geografia produttiva è spostata verso Sud, con la Sicilia in testa, seguita da Puglia e Campania. Le particolari condizioni pedoclimatiche di alcune aree consentono, pertanto, di realizzare un calendario di produzione che copre tutto l’anno: ciclo comune, ciclo primaticcio e ciclo bisestile.

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Fonte: La Patata Coltura & Cultura di R. Angelini pag. 700-803

Autori: vari

Fonte: FAOSTAT 2012