La gamba nera è una malattia causata da tre specie batteriche che si annovera tra le perdite più importanti su tutta la pataticoltura europea. Negli ultimi cinque anni la gamba nera è diventata l’oggetto di ripulsione più comune tra i tuberi da seme certificato in Europa. La perdita annuale nei tuberi da seme viene stimata nei soli Paesi Bassi a circa 30 milioni di euro. Questi batteri non solo causano danni ai tuberi seme, ma se le condizioni lo permettono, possono causare grandi perdite anche alle patate da consumo, soprattutto durante la fase di stoccaggio. A causa della ridotta possibilità di agire su una lotta diretta, è consigliabile agire su una lotta prettamente preventiva.

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Vengono distinte, come già accennato tre specie batteriche, che possono causare dei danni alle foglie, al fusto e ai tuberi. I sintomi principali, come avvizzimento della pianta e marciume, sono molto simili tra di loro e solo una profonda analisi di laboratorio può suddividere bene le specie. Il genere Dickeya spp., (ex Erwinia chrysanthemi) è di origine tropicale e si presume sia arrivato in Europa con i tuberi seme. Temperature alte, attorno ai 25-30 °C, promuovono lo sviluppo del patogeno. Oltre alla patata, tra le sue piante ospiti abbiamo pomodoro, indivia e carciofo. A partire dagli anni 70 questo genere batterico ha spodestato l’altro agente batterico, il Pectobacterium atrospetica. Il genere Dickeya si manifesta per una alta patogeneticità nei confronti della patata. Senza pianta ospite sopravvive solo per un paio di mesi. La specie P. atrospetica predilige invece i climi più freschi, tanto da causare il sintomo della gamba nera nei paesi nordici. Accanto alla patata, il batterio non attacca nessun altra pianta ospite. Senza il suo ospite non riesce a sopravvivere a lungo nel terreno.
Pectobacterium carotovorum ssp. carotovorum è diffuso nel terreno, nei residui vegetali e sui tuberi. La sua aggressività è limitata è causa da solo pochi sintomi della gamba nera. Spesso viene isolato sul marciume del fusto. Di solito insorge tramite ferite o delle infezioni secondarie. Durante i periodo sfavorevoli alla raccolta, sempre tramite le ferite, si diffonde sul tubero immagazzinato come marciume molle. Possiede un ampia gamma di piante ospiti e sopravvive per lunghi periodi nel terreno.

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I tuberi seme possono venire infettati dal batterio senza che i sintomi vengano manifestati, (infezione latente). Essi si trovano tra le cellule delle aperture (lenticelle), nelle ferite del tessuto suberoso oppure nei vasi conduttori dei tuberi infetti. In caso di elevata umidità ed scarso contenuto di ossigeno nel terreno, i batteri si possono moltiplicare in maniera esplosiva grazie al flusso dell’acqua che, una volta in contatto con il fusto, provocano l’avvizzimento della pianta. Producono una certa quantità di enzimi pectolitici, tanto da causare il disfacimento delle cellule del tubero e dei germogli, portando alla formazione della gamba nera, marciume del fusto e marciume molle. L’infezione dei tuberi figli può avvenire tramite i fasci conduttori degli stoloni, oppure tramite l’acqua del suolo, che penetra dalle radici o lenticelle. Nel suolo i batteri si muovono più velocemente tanto quanto maggiore è il contenuto dell’acqua. Umidità e ossigeno ridotte portano anche alla formazione, nello strato suberoso delle lenticelle, del sintomo di gonfiore e trasparenza. Così, in questo modo, i batteri possono penetrare in profondità dei tessuti. Un alto tasso di infezione si manifesta quando le condizioni per la raccolta del tubero non sono ottimali. Delle prove in Olanda hanno mostrato che i tuberi infettati possono trasmettere la malattia ai tuberi sani fino ad una distanza di 30 m. Nel magazzino tale fenomeno si ampia con l’adesione delle particelle terrose, l’acqua di condensa, alte temperature e ferite sui tuberi. Con tutti questi fattori, i batteri si riproducono in maniera rapida. I batteri che si adattano nella buccia esterna del tubero, muoiono quando le condizioni del magazzino diventano asciutte.
L’obiettivo dell’oggetto di ricerca sotto la organizzazione della facoltà agraria, forestale ed alimentare della Svizzera, è la lotta integrata contro la gamba nera nei diversi stadi di produzione. Nell’ambito del progetto viene utilizzato il sistema PCR, ossia la reazione a catena della polimerasi, che documenta una routine delle tre specie batteriche, soprattutto per quanto riguarda la certificazione del tubero per la semina. Su un campione di oltre 300 tuberi per lotto, viene isolato il DNA dei batteri posti su dei tuberi asintomatici, e dedotti successivamente secondo una serie di primers. Nel periodo 2010-13 sono stati adottati questi tipi di accorgimenti sull’infezione dei batteri. I 400 tuberi analizzati sono stati piantati a random in campi sperimentali in tre posti diversi. Durante il ciclo vegetativo venivano costantemente controllati dei tre sintomi, ossia gamba nera, appassimento vegetativo e marciume molle. Le piante sintomatiche sono state trasportate in laboratorio per definire la specie che ha causato il danno. Il prodotto raccolto è stato applicato per il trapianto per l’anno successivo, così da osservare il decorso della malattia nell’arco di tre anni.

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Il risultato dei tre anni di ricerca hanno mostrato in maniera evidente che il sintomo della gamba nera è causato da infezione latente. Con l’analisi del tubero si è potuto dedurre con maggior sicurezza, quale lotto è stato maggiormente coinvolto. L’affidabilità del test su tre anni ammonta a circa 95 % del genere Dickeya, l’agente casuale della gamba nera più diffuso in Svizzera. I risultati condotti in Olanda hanno annunciato un valore simile. Grazie a questi risultati è dunque possibile realizzare un contributo importante contro la lotta della gamba nera; inoltre sarebbe un buon aiuto per i produttori con la scelta del materiale per la moltiplicazione dei lotti. I risultati mostrano in maniera evidente che, la probabilità di trasmissione del Dickeya spp. oppure del Pectobacterium atrosepticum tramite il terreno o la rotazione sono poco significativi. L’applicazione di tubero seme perfettamente sano annuncia così il metodo preventivo più importante. Le prove in campo hanno anche dedotto dei fattori critici. I valori differenti del suolo e del clima hanno portato, con valori identici dei lotti, a delle evoluzioni della malattia differente in base al sito di ricerca. Un alto tasso di umidità nelle settimane successive al trapianto, ha favorito l’infezioni dei tuberi figli a partire dal tubero madre infetto, portando dei sintomi evidenti sulla pianta. Con livelli di umidità ancora più lunghi si evidenzia una distribuzione maggiore lungo le file grazie all’azione dell’acqua sotterranea. In condizioni asciutte, invece, il sintomo sulla pianta era limitato, nonostante il tubero madre fosse infettato. Le prove hanno anche promosso delle importanti conoscenze sulla trasmissione delle malattie sui tuberi figli. In campi con una contaminazione elevato (> 20% delle piante con il sintomo della gamba nera) solo una piccola parte dei tuberi figli erano infetti. Questo significa: l’infezione di una pianta con sintomo della gamba nera non comporta automaticamente alla formazione di tuberi figli infetti. La trasmissione dei batteri tramite gli stoloni verso i tuberi figli non avviene evidentemente con molta probabilità. Si presume che i batteri fuoriescono dalla pianta infetta e arrivano nel terreno, spostandosi verso altre piante limitrofe con l’acqua nel terreno, arrivando a penetrare tramite le radici oppure le lenticelle dei tuberi. In conformità può essere osservato che, l’umidità nel terreno nella settimana prima del trapianto, risulta di grande importanza per la contaminazione dei tuberi seme. Un aumento dell’attacco latente sul tubero da piantare è stato notato nel 2012, quando le condizioni per i batteri erano buone sia prima del trapianto dei tuberi seme che prima della raccolta. Questi risultati mettono in evidenzia che, un controllo visivo degli attacchi sulle piante, non rispondono a delle dichiarazioni complete sullo stato sanitario del tubero.

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Per concludere, i principali parametri da seguire sono: utilizzo di tuberi seme sani e certificati con l’assenza di inoculo, che rimane è il metodo preventivo più importante per la lotta contro tale malattia. Le analisi sui tuberi possono aiutare a capire, se, in condizioni di certificazioni, i tuberi sono contaminati o meno. Tramite un luogo adatto e una lavorazione del terreno appropriato, sono da evitare i ristagni idrici nel complesso, dato che i batteri vengono favoriti da elevate umidità e riduzioni di ossigeno. Per questo motivo anche l’irrigazione deve essere osservata, facendo attenzione a non dosare in esubero, evitando così l’acqua ristagnata. Nel contesto di una buona rotazione, con riposo colturale di almeno tre anni, il rischio di trasmissione da parte dei batteri è limitato. Importante è la lotta contro la patata ad accrescimento spontaneo. La raccolta deve avvenire possibilmente in condizioni di asciutta. Punti bagnati o contaminati dalla malattia devono essere raccolti per ultimo. Infine una rapida asciugatura dei tuberi dopo la raccolta, solitamente con l’aerazione per marginare le ferite, grazie ad un impeccabile igiene nel magazzino, riduce il rischio di infezioni, e quindi le perdite, durante il periodo di stoccaggio.

Fonte: Kartoffelbau 07/2013 pag 18-22

Autore: Andreas Keiser