Il mercato delle patate da consumo fresco mira sempre di più verso un prodotto con aspetti estetici elevati. Così la superficie esterna del tubero possiede una grande importanza per aumentare la commercializzazione del prodotto. La dartrosi o antracnosi della patata, detta in gergo inglese black dot, è causato dal fungo Colletotrichum coccodes, che si annovera tra le principali malattie del settore. Le perdite economiche, causate dalla dartrosi e dalla scabbia argentea (Helminthosporium solani), si stimano nella sola Gran Bretagna attorno ai 6 milioni di sterline inglesi.
I sintomi possono comparire sia sulla pianta che sul tubero. A causa delle condizioni preferenziali di crescita e diffusione del fungo, la malattia si riscontra principalmente verso la fine del periodo vegetativo. All’inizio il danno si manifesta con dei ingiallimenti sulle foglie e sui piccioli, che si susseguono successivamente sui fusti. Inoltre sempre attorno ai fusti si evidenziano delle lesioni concentriche di color biancastro paglierino. Essi vengono inoltre confinati da dei bordi molto scuri, dal marrone al nero. Con il proseguire della malattia si sviluppano in maniera evidente la formazione di microsclerozi, che rappresenta la forma di sopravvivenza del fungo. Caratteristico è inoltre la distruzione dello strato corticale, che si sfalda facilmente dai fasci vascolari del fusto. Sul tubero possono comparire delle macchie necrotiche e irregolari, che spesso vengono erroneamente identificate come scabbia argentea. Aspetto decisivo durane la diagnosi è la presenza dei microsclerozi. Questi punti neri si lasciano facilmente riconoscere da un occhio esperto.

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C. coccodes può essere trasmesso in maniera diversa sulla pianta o sul tubero. Come possibilità di infezione sono validi la diffusione delle spore nell’aria oppure l’introduzione di tuberi seme in terreno contaminato. Le spore germinano in presenza di acqua e possono penetrare nel tessuto vegetativo tramite gli stomi oppure le ferite. Questi elementi di propagazione possono colonizzare tutti gli organi della pianta. Inoltre coesiste la possibilità di avviare una serie di cicli infettivi, che vengono supportati dalla diffusione dei conidi sulle foglie e sulle piante ravvicinate. Le infezioni possono avvenire in qualsiasi periodo vegetativo, ma vengono favorite in periodi di stress rilevanti, ad esempio nei periodi lunghi e secchi. I sintomi visivi compaiono però solo verso la fine del ciclo, prima ancora l’infezione si manifesta sottoforma latente.
La diffusione dell’agente patogeno può avvenire attraverso due modi. Le vie di infezioni principali sono, come già accennato, la diffusione delle spore nell’aria, oppure le nuove infezioni con tuberi sani piantati in suoli già contaminati. Una infezione sui tuberi figli che provengono dalla pianta diventa significativa quando i conidi o i microsclerozi sopraggiungono nel terreno. Questo può avvenire tramite tubero seme contaminato (microsclerozi), oppure dall’altro canto con le spore che rimangono nei residui vegetali, di solito dopo l’abbattimento del verde vegetativo o sulle piante ospiti secondari, che alla fine ricadono sul terreno. Gli organi più suscettibili sono le radici delle piante. Questo comporta in base alla varietà una riduzione di stoloni e di tuberi figli. Il potenziale del fungo nel suolo può essere documentato tramite delle ricerche in campo. Questa prova di prevenzione e controllo è ad esempio un uso comune in Gran Bretagna. Con l’aumentare della concentrazione di dartrosi nelle porzioni di suolo campionato, aumenta sia la gravità del danno che anche una riduzione del prodotto da vendere.  L’attacco del sistema radicale del tubero madre si mantiene lineare dopo la piantagione e così durante il volgere del periodo vegetativo. L’infezione per via aerea e così la penetrazione tramite le ferite e gli stomi gioca un ruolo meno importante, ma sempre possono portare a delle perdite di raccolto del 10 %. Le infezioni multiple, cioè le infezioni tramite più vie, sono possibili e probabili. E’ stato dimostrato che una combinazione di tutti le due modalità di infezione provoca la più invasiva comparsa del C. coccodes.Fig1_Sclerotia onStems_opt

La temperatura svolge come negli altri agenti patogeni, un ruolo centrale nella diffusione della malattia. L’optimum di sviluppo del fungo si aggira tra i 25-28 °C. Il tasso di crescita e l’aumento della temperatura evidenziano una connessione significativa, tanto che il tasso di crescita aumenta all’aumentare della temperatura. Condizioni di crescita e di sviluppo ottimale nel terreno per la dartrosi si attestano tra un pH tra 6-7. Più a lungo le piante permangono nel terreno e così anche i tuberi formati, più alto sarà la probabilità di attacco da parte del fungo. L’elevata importanza della permanenza in campo delle patate è stato confermato in tante prove sperimentali. Così si afferma che i sintomi presenti sulle radici, sulla parte basale del fusto e sul tubero, è strettamente correlato con la lunghezza del ciclo vegetativo e quindi con la permanenza nel suolo. L’irrigazione gioca un ruolo fondamentale nelle principali aree pataticole. Sia tramite le precipitazioni che tramite l’apporto idrico artificiale, possono essere stimolati i conidi presenti nel terreno. L’irrigazione soprachioma, che presenta dei grandi vantaggi da un punto di vista organizzativo, offre nel contempo un potenziale di distribuzione del fungo rispetto alla irrigazione a goccia. Difatti dopo la germinazione dei conidi nel suolo, l’irrigazione porta ovviamente ad un microclima nel campo che favorisce la germinazione dei conidi sulle foglie. Dopo la raccolta è vivamente raccomandato una rapida aerazione e asciugatura dei tuberi. E’ possibile che le partite già infette marcano ancora di più i danni già presenti sul tubero, ma nuove infezioni sul tubero posti in magazzino non sono possibili. Anche nelle patate, che durante la fase di immagazzinamento non mostrano nessun sintomo, possono insorgere nuove infezioni in condizioni calde e umide. Condizioni non idonee da magazzino possono quindi favorire ulteriore diffusione del danno. Soprattutto in queste condizioni si sviluppano la germinazione delle spore e gli acervuli, ossia masse di ife che portano i rami conidiofori. Un effetto benefico sarebbe quello di far abbassare la temperatura gradualmente di 0,5 °C al giorno fino a temperatura di conservazione.

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Una strategia di difesa per quanto riguarda l’attacco da parte di dartrosi è l’avvicendamento colturale. Con una durata vitale degli sclerozi dai 4-13 anni, risulta fondamentale tale tecnica colturale. Sempre nell’atto pratico un’altra scelta importante riguarda la lavorazione del terreno. La scelta dell’uso dell’aratro denota degli effetti positivi a discapito del patogeno. Difatti con l’uso di tale attrezzo vengono rimossi i residui vegetativi, che sono fonte di inoculo per il fungo. Stesso discorso può essere fatto per le piante infestanti ospiti. Una profondità di lavoro di 30 cm può comportare una riduzione del 34 % del C. coccodes. Nei campi sperimentali la scelta varietale influenza pure la lotta preventiva contro il fungo. Varietà conosciute come Agata, Elfe e Gala sono alquanto sensibili alla malattia, mentre una certa resistenza viene attribuita alla Marabel. Accanto a tutte queste strategie di lotta, anche il controllo alle erbe infestanti, come in qualsiasi coltura, risulta importante. Tra di esse ricordiamo alcune specie infestanti come la morella comune, il convolvolo, la borsa di pastore, l’ortica e il farinello comune, che sono delle piante ospite alternative e vanno quindi eliminati. La possibilità di impegnare la lotta chimica come difesa per controllare la dartrosi risulta molto difficile. Attualmente in Italia si trova disponibile in commercio solo il prodotto conciante Ortiva che contiene il principio attivo Azoxystrobin. La dose massima di applicazione è 3 l/ha, dosi superiori possono compromettere l’emergenza della pianta, ma è limitato in base al tipo di terreno (nei terreni sabbiosi si consiglia di ridurre la dose a 2 l/ha). Un’altra cosa da osservare bene è l’utilizzo massimo del prodotto: due applicazioni massime nell’arco dell’anno. Un applicazione del principio attivo durante il periodo vegetativo è diffuso negli USA, ma non è stato ancora ammesso in Italia.
La dartrosi non è per niente un patogeno di secondo piano. L’importanza della lavabilità della buccia è l’esigenza del consumatore di un prodotto esteticamente idoneo è aumentata negli ultimi anni. Deve essere favorita una maggior attenzione e sensibilizzazione da parte del produttore. A causa dei cambiamenti climatici degli ultimi anni, e quindi delle condizioni più favorevoli al fungo, l’aumento di diffusione del fungo è plausibile.

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Fonte: Kartoffelbau 06/2014 pag. 20-23

Autore: Thilo Hahnkemeyer