Il vento non sarebbe altro che aria in movimento. Un vera stasi dell’aria  non esiste in realtà, ma le caratteristiche del vento possono essere assai variabili. Il vento rappresenta un fattore importante nell’agricoltura, ma nello stesso tempo è un dei fattori meteorologici meno compresi.Il vento è responsabile per il trasporto di calore e vapore acqueo, sia orizzontale che verticale. Inoltre aiuta alla diffusione di pollini, spore e insetti, e, nel contempo, è indispensabile nella protezione delle piante contro alcune malattie e parassiti. Il naturale movimento dell’aria lascia scorrere in maniera più facile le gocce d’acqua. Anche l’effetto deriva è condizionato da tale movimento dell’aria, che può essere sia lieve che elevato. Ovviamente un vento eccessivo non è favorevole, questo si sa. Ma anche un vento troppo lieve non è nemmeno indicativo, visto che non è visibile la sua direzione. E’ difficile misurare con esatta precisione il vento, alla fine, trattandosi di un movimento vorticoso dell’aria. Nel movimento orizzontale sono importanti sia la velocità che la direzione. Entrambi si comportano in maniera bizzarra e cambiano stato entro un paio di secondi. L’altezza standard di misurazione è di 10 m. La velocità del vento viene misurata come un valore medio di dieci minuti. Come unità di misura viene utilizzato il m/s. Talvolta viene convertito in km/h; tale parametro si ottiene moltiplicando il valore del m/s per 3,6.I meteorologi parlano spesso di forza del vento, in relazione alla scala di Beaufort. Ad esempio un vento rasante dalla velocità di 14 m/s possiede una forza del vento pari a 7. Tale scale venne adottata nel contesto della marina, successivamente è stato adottato anche sulla terraferma. In questo caso la sua interpretazione non è sempre così facile. All’epoca di Beaufort, la velocità del vento si basava sull’altezza dell’onda. Per corrisponderlo alla terraferma vengono usati alcune indicazioni particolari tipo rottura dei rami, tegole che si staccano dal tetto ecc.

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Per un semplice agricoltore la velocità del vento non è una cosa realmente fondamentale. Se si vuole spruzzare gli agrofarmaci, la velocità del vento influenza solo lo strato che corrisponde tra l’altezza dell’ugello fino al suolo oppure alle piante. Il carattere variabile del vento ne riduce di conseguenza l’applicazione dei prodotti fitoiatrici. Il movimento dell’aria non si può vedere, questo è una pecca perché se fosse stato all’inverso, si poteva osservare la formazione della colonna d’aria. Tale fenomeno prende il nome di turbolenza, che insorge quando qualcosa blocca il movimento dell’aria. Ad esempio il vento soffia contro uno stelo di cereale. Quest’ultimo si fa per dire “dondolare”, ma nello stesso tempo crea una resistenza, tanto da formare così un piccolo vortice e quindi la turbolenza. In campo agrario esistono due tipi di turbolenza; quello con uno strato di separazione e quello ad ostacoli.Per l’agricoltura questi fenomeni convettivi hanno una grande importanza. Una brezza di vento penetra facilmente all’interno nel campo di coltivazione; li avviene il ricambio dell’aria. Durante la giornata avviene il 70 % della evaporazione. Questo fa comprendere il notevole rinnovo dell’aria nel campo. In questo caso non arrivano solo le gocce dell’agrofarmaco, ma anche le spore delle malattie fungine, che approdano nella pagina inferiore della foglia. Fino a quando non avviene un nuovo ricambio dell’aria, la temperatura e l’umidità dell’aria aumenta. Anche l’evaporazione dell’acqua rimane tale finche non arriva un ulteriore apporto di aria.Gli agricoltori sono abituati ad eseguire i trattamenti fitosanitari nelle prime ore del mattino, poiché c’è la quasi assenza del vento. La raccomandazione sconsiglia di procedere con questo metodo. Anche se c’è assenza di vento, non basta solo valutare questo parametro, ma anche dalla temperatura, dall’umidità relativa e dal rischio di precipitazione. Troppo vento non va bene, perché avviene l’effetto deriva, viceversa avere un assenza di vento non è nemmeno buono perché con l’insolazione si formano delle piccole particelle di fitofarmaci, definito aerosol. Anche questi evaporano nell’aria e approdano in posti totalmente diverse. Come già accennato il vento è molto variabile, sia della sua velocità che della sua direzione. Soprattutto a bassa velocità, la direzione cambia in maniera più frequente, viceversa un vento forte cambia molto lieve la sua direzione. Per questo motivo è consigliabile eseguire i trattamenti fitosanitari con un poco di vento, così si possono osservare dove vanno a finire le gocce d’acqua. Una velocità di vento compresa di 1-3 m/s sarebbe l’ideale.

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Tale velocità è variabile durante la giornata; nella mattinata il vento è calmo ma si sviluppa durante l’arco della giornata. Nel primo pomeriggio la forza del vento raggiunge di solito il suo picco. Anche la sua direzione non risulta mai costante, tanto che quando tramonta il sole il vento si riduce.Quale dimensione della goccia scegliere dipende principalmente dal tipo di sostanza da usare, e dal tipo di superficie da applicare, ad esempio se si tratta di un terreno nudo o di colture. Si applica la dimensione della goccia in base al corrispondente ugello. Durante un trattamento il principio attivo viene distribuito per bene, ma non ha la stessa importanza di una vettura, il quale la vernice deve essere distribuita in maniera precisa millimetro per millimetro. Infatti si dice che più piccole sono le gocce dell’agrofarmaco, migliore sarà la copertura. Ma in realtà non è vero, dato che negli ultimi anni si è visto che anche delle gocce più grossolane hanno altre tanto una buona efficacia. Da attenzionare invece per cosa applicare il prodotto. Con l’utilizzo di erbicidi è consigliabile trattare con getti che formano gocce molto piccole. Quest’ultime aderiscono meglio alle foglie, ma nello stesso tempo coesiste il rischio di deriva. Gocce troppo grosse non sono nemmeno buone perché il principio attivo non aderisce bene nelle foglie delle piante infestanti. Gli erbicidi applicati in pre-emergenza vengono considerati anche in base all’umidità nel terreno. Sul terreno aperto oppure sui solchi è meglio utilizzare degli spruzzatori con gocce più grosse. Le gocce grandi difatti sono meno sensibili alle reazioni del vento e quindi hanno una maggior distribuzione.Per l’utilizzo di fungicidi di contatto, sia le gocce piccole e quelle grandi hanno più o meno la stessa efficacia, l’importante che sia distribuita per bene sulla foglia. Nella sera durante la formazione della rugiada, la foglia si inumidisce di nuovo e così il principio attivo può continuare la sua azione. Le gocce più grandi sono più resistenti all’azione del vento. Anche i fungicidi sistemici possono essere applicati con gocce più grosse senza problemi. La sostanza attiva viene assorbita tramite le foglie che, grazie alla linfa, viene distribuito nelle restanti parti della pianta. Qui lo scopo principale è l’assorbimento del principio attivo e non la sua distribuzione esterna. Probabilmente una gocce più grande possiede dei vantaggi a riguardo della velocità di asciugatura in base all’assorbimento fogliare. Le gocce grandi possiedono ovviamente una superficie maggiore, tanto che quando la goccia si prosciuga, dapprima si riduce l’altezza della goccia e poi la sua superficie. Anche gli insetticidi possono essere distribuiti con delle gocce più grandi. Gli insetti stessi sono spesso mobili e quindi entrano direttamente in contatto oppure si nutrono di parti colpite. Alcuni insetticidi vengono applicati sottoforma di vapore, questo è un altro effetto positivo. Solo per le applicazioni con i piretroidi è consigliabile l’uso di gocce fine. I piretroidi sintetici d’altronde non sono sistemici e non vengono distribuiti nuovamente.

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Fonte: Kartoffelbau 04/2012 pag.21-24
Autore: Erno Bouma