Il phylum dei Nematodi, denominati talvolta vermi cilindrici, è un dei più vasti di tutto il regno animale. Essi sono dei piccolissimi organismi diffusi un po’ ovunque, dai tropici ai poli, nei fiumi, mari e oceani, fino ad arrivare nei deserti e nelle montagne. Alcune specie possono sopravvivere nelle condizioni più estreme. Essi possono trovarsi nel suolo, nelle fonti calde, nell’aceto e nelle profondità marine. Come parassiti essi vivono nelle piante e negli animali (anellidi, artropodi, pesci, uccelli, mammiferi, uomo compreso). Probabilmente non esiste nessuna specie animale che non possa essere infestato da un nematode. Il suolo agrario contiene un elevato numero di questi organismi. In base al tipo di suolo il loro numero può variare dai 2 milioni fino a 20 milioni per m2. Solitamente convivono tra le 20 ai 40 specie differenti in una campionatura di suolo di circa 200 cm3. I nematodi tellurici sono piccoli, incolori e generalmente di forma allungata tra i 0.2-10 mm; il loro ciclo vitale varia da pochi giorni per quelle specie che si nutrono di batteri fino ad alcuni anni per le specie più grandi. Da un punto di vista ecologico, i nematodi che popolano il terreno formano un gruppo molto eterogeneo. La loro alimentazione varia notevolmente; alcune specie si nutrono di batteri, alcuni di frammenti cellulari, altri ancora di alghe e funghi. Esistono anche delle specie predatorie che catturano altri nematodi divorandoli per l’intero, oppure li perforano con il loro stiletto aspirando il loro contenuto interno. Un numero ristretto di specie, che rappresentano solo una piccola frazione rispetto all’intero gruppo, si nutrono anche di piante. A sua volta, i nematodi sono inseriti nella catena alimentare per essere predate da altri organismi come batteri, amebe, funghi e insetti come i collemboli.

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I nematodi sono diventati oggetto di discussione come agente di danno di malattie alle colture, quando al suo tempo si parlava di “suolo malato”, non conoscendone le cause. Le malattie che in passato colpivano senza nessuna conoscenza la patata, la bietola o l’avena, sono oggigiorno ascrivibili alla infestazione di nematodi. Difatti alcune specie di essi possono essere estremamente pericolose tra le varie specie orticole e prati. In base alla specie, le femmine producono dalle 30-500 uova. Le larve si sviluppano dentro l’uovo, dove avviene anche la loro prima muta. Una volta schiuse dalle uova compiono altre tre mute. Dopo aver eseguito l’ultima muta, l’adulto sessualmente maturo è pronto per accoppiarsi, chiudendo così il ciclo vitale. I nematodi parassiti delle piante possono essere suddivisi in gruppi diversi in base alla forma, biologia e sintomi causate nel sottosuolo o appena sopra le parti vegetative. Tra di essi ricordiamo velocemente i nematodi cisticoli (Globodera spp.), galligeni (Meloidogyne spp.), delle lesioni (Pratylenchus spp.), dei bulbi e degli steli (Ditylenchus spp.), e il falso nematode galligeno (Nacobbus aberrans). Sebbene alcune specie galligene sono di origine tropicale o subtropicale, quattro specie sono state riscontrate in condizioni climatiche fresche, di cui tre specie attaccano la patata. I nematodi responsabili di attacchi alle piante sono riconosciuti per il loro caratteristico stiletto, che serve per penetrare le pareti cellulari. Essi sono abili nell’infestare tutte le parti della pianta, altri invece attaccano solo le parti vegetative esterne della patata. I nematodi fogliari non sono significativi per la patata. Alcune specie sono ectoparassite, cioè che si nutrono delle radici, ma vivono liberamente nel suolo, altre sono endoparassite, quindi che penetrano attraverso le radici e trascorrono il loro ciclo vitale principalmente all’interno delle radici o degli steli. Gli ectoparassiti appartengono al gruppo minore. Alcune specie vegetative, colture e infestanti, sono le piante ospiti. Le uova vengono deposte nel terreno e si schiudono non appena umidità e temperatura sono sufficienti. Le specie altamente specializzate sono i nematodi cisticoli (Globodera spp), che si possono riprodurre solo nelle radici di una singola specie vegetativa o in un numero molto limitato. Quando non hanno la pianta ospite, i nematodi cisticoli devono essere abili nel sopravvivere in un lasso di tempo considerevole. Quando il ciclo vitale della femmina sta per terminare la cuticola e i muscoli cutanei si trasformano in un involucro scuro e duro, denominato ciste, in cui le uova possono sopravvivere per una decade, talvolta sotto condizioni estreme come siccità, inondazioni o basse temperature. Le larve spesso si schiudono solo quando vengono risvegliate dalla diapausa. Questo avviene quando tante radici della pianta ospite producono essudati radicali da attirare i parassiti, che sono specifiche in base alla specie di nematodi.

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La patata può essere infestata da alcune specie di nematodi, sia ecto che endoparassite. Per i nematodi galligeni (Meloidogyne spp.) il tipo di terreno gioca un ruolo importante. A differenza dei nematodi cisticoli, i nematodi galligeni non causano danni nei terreni pesanti e argillosi. Si è supposto che nella tessitura dei suoli argillosi ci sia poco spazio per i nematodi per muoversi attorno. Nei terreni sabbiosi in particolare, le colture e le piante infestanti sono afflitte da un numero più ampio di specie di nematodi. Con l’eccezione dei nematodi cisticoli, queste specie colpiscono anche altre specie vegetali come pianta ospite. Di conseguenza, non esiste nessun programma di rotazione che può essere adottato in maniera uniforme per il controllo dei nematodi che sono diffusi nei vari tipi di suoli. Con alcune colture, alcune popolazioni di nematodi possono ridursi in maniera drastica, ma nello stesso tempo altre popolazione possono aumentare in maniera tremenda. Coltivazioni di Tagetes, pianta ornamentale delle Asteracee, ha un effetto sanitizzante sui nematodi delle lesioni (Pratylenchus), ma un effetto maggiore sulle popolazioni del Trichodorus. La bietola da zucchero ha anche un certo effetto sulle popolazioni di entrambi i generi. Dipendente dal tipo di terreno, le condizioni climatiche e il tipo di coltura da adottare, le cosiddette misure di lotta preventive, come l’uso di rotazioni e varietà resistenti, non posso escludere completamente l’utilizzo di nematocidi per evitare perdite in campo e qualità. Con l’eccezione dei sintomi causati dal nematode degli steli, i sintomi del sottosuolo scatenato da questi parassiti non sono molto specifici e vengono spesso confusi con i danni da siccità. I sintomi nel campo sono delle chiazze con crescita ritardata, copertura fogliare ridotta, fioritura posticipata e morte prematura. L’effetto dei nematodi sulla crescita e sviluppo della pianta varia di anno e anno, anche se il tasso di popolazione rimane invariabile. Questo dipende, ad esempio, nel momento in cui avviene il periodo di siccità. Se la siccità avviene in anticipo durante il periodo di crescita, la crescita vegetativa sarà ridotta maggiormente rispetto in condizioni umide. Maturazioni precoci dovute alle siccità tardive sarà accelerato se gli nematodi sono già presenti in campo.
I danni causati da questi organismi possono essere severi; accanto alle perdite in campo, la qualità del prodotto che deve essere raccolta può essere ulteriormente danneggiata, tale da diventare incommerciabile. L’incidenza dei nematodi appartenente al genere Trichodorus può essere abbastanza dannoso poiché sono vettori di virus, tra cui TRV (Tobaco Rattle Virus), sintomo conosciuto come “spraing”. In altri casi, gli attacchi possono favorire una maggiore suscettibilità alle infezioni da parte dei funghi. E l’impatto della saliva del parassita sulla fisiologia della pianta che conduce ad una maggiore sensibilità verso tali organismi. Un esempio conosciuto è quello della micosi Verticllium dovuto alle infezioni del Pratylenchus spp.

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Fonte: Potatoes Diseases pag. 121-123
Autori: A. Mulder, H. Brinkman