Le perdite in magazzino della patata, causate da una serie di alterazioni sul tubero, vengono osservati in prima linea dagli agenti responsabili del marciume molle (Pectobacterium spp.), del marciume secco (Fusarium spp.) e della cancrena secca (Phoma spp.). Accanto a queste perdite appena accennate, anche la qualità del  materiale di propagazione può essere ridotta a causa della presenza latente di questi microrganismi. Da sapere che le specie batteriche appartenente al genere Pectobacterium sono presenti in tutti i tipi di terreno e che a bassa densità di popolazione non svolgono nessun pericolo. Questa presenza avviene anche nel tubero della patata. Gli agenti vengono trasportati soprattutto dall’acqua ma anche dal vento, e possono permanere per lunghi periodi nel terreno. Le principali fonti di infezioni sono date dai tuberi madri appassiti, fusti colpiti, tuberi figli colpiti e il loro relativo essudato batterico. La presenza di questi batteri diventa pericolosa solo quando il potenziale di danno supera una certa soglia di densità. Un valore orientativo per un rischio di contaminazione è dato dal 104 di germoglio per ogni cm2 di superficie della buccia. I batteri che aderiscono esternamente alla buccia del tubero non sono capaci in maniera autonoma di perforare lo strato cellulare suberificato e aggredire il tessuto parenchimatico sottostante. Diversamente sono le condizioni quando, a causa dei danni meccanici subiti dal tubero, le funzioni protettive della buccia si riducono e i patogeni riescono a penetrare facilmente nell’interno. Questo vale soprattutto per i tuberi durante la fase di trasbordo e movimentazione, che vengono contaminati dai tuberi infetti oppure dagli organi meccanici imbrattati dall’essudato batterico.

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I batteri responsabili del marciume molle sono anaerobi facoltativi, quindi si possono riprodurre anche a basse percentuali di ossigeno. Un meccanismo di difesa sarebbe quello di eseguire degli arieggiamenti, per avere un effetto negativo contro la moltiplicazione batterica. Quando le vie di ingresso per i batteri, ossia le ferite e le lenticelle aperte, sono ricoperte da un sottile strato d’acqua, la guarigione delle ferite vengono bloccate a causa della carenza di ossigeno; in queste condizioni i batteri si possono moltiplicare senza problemi. Tramite l’enzima della pectinasi avviene la risoluzione delle pareti cellulari e così la contaminazione completa. I patogeni rimasti esternamente al tubero, iniziano a perire dopo un paio d’ore. Per la sopravvivenza del batterio gioca un ruolo importante soprattutto la presenza delle lenticelle aperte e gli spazi intercelluari del tubero. Con umidità costante e assenza di ossigeno si portano delle escrescenze sulle lenticelle e delle tensioni al tessuto interno, provocando così delle ferite interne. Queste condizioni, accompagnate da un elevata carica microbica, rappresenta il punto di partenza per una nuova infezione verso un tubero sano. Un tubero colpito può durante l’arco della raccolta e il successivo stoccaggio infettare moltissimi altri tuberi con la sua poltiglia. Lo scoppio di una infezione avviene quando coesistono una serie di condizioni favorevoli al batterio:

 
– alta pressione della malattia,
– ferite e tagli freschi,
– superfici del tubero inumidite,
– umidità dell’aria elevata,
– carenza di ossigeno,
– elevato tasso di CO2,
– temperatura dell’aria oltre 15 °C.
 

L’agente patogeno del marciume secco o della fusariosi è rappresentato come un tipico fungo da ferita, ossia si sviluppa sulle ferite dei tuberi causati dai danni meccanici oppure dalle infezioni primarie di altri agenti patogeni come la peronospora. Le specie appartenenti al genere fungino Fusarium possono sopravvivere nel terreno per tanti anni grazie alle formazione delle clamidospore, osservabili successivamente sulle particelle terrose aderenti ai tuberi. Con delle ferite giovani, vengono registrati dei tassi di infezione più alti con temperature di 2-4 °C, rispetto a temperature più alte. Inoltre un elevato tasso di umidità favorisce la diffusione della malattia, ma non è un requisito fondamentale come nel caso del marciume molle batterico. In caso di temperature troppo basse, lo sviluppo dell’infezione sarà ritardato. La contemporanea presenza del fungo con il batterio porta alla formazione delle cosiddette infezioni miste, con un aumento del tasso di infezione.L’agente fungino della cancrena secca, ossia il genere Phoma, rappresenta come la fusariosi una malattia da ferita. L’osservazione dei tuberi colpiti da questo fungo è il seguito dell’infezione avvenuta durante la fase di raccolta e di stoccaggio. Le ferite fresche, alta umidità dell’aria e delle basse temperature fino a 2 °C, favoriscono la proliferazione della malattia. Con un alto tasso di umidità nel terreno sono possibili anche le infezioni tramite le lenticelle. Accanto ai sintomi riportati sul tubero, è possibile che il fungo aggredisca anche il fusto della patata. I tuberi seme infetti o contaminati aumentano il rischio di marciumi al fusto o ai tuberi figli. Il fungo può permanere sottoforma di clamidospora nel terreno per parecchi anni.

Phoma

Le misure di sicurezza per ridurre i marciumi da magazzino iniziano con la preparazione dei tuberi da moltiplicazione. I tuberi seme sono i vettori più importanti per le malattie verso le successive generazioni di tuberi. Quindi fondamentalmente è importante applicare del materiale di propagazione sano da un punto di vista fitosanitario. I tuberi marci o comunque sospetti durante la fase di preparazione dei tuberi seme devono essere immediatamente allontanati e distrutti, per evitare il più possibile il contatto tra i tuberi sani con quelli contaminati. Se la temperatura dei tuberi supera i 10 °C, si riduce la sensibilità di danno della patata. A causa dell’alta sensibilità del tessuto amilaceo nei confronti della fusariosi, il ritardo di guarigione delle ferite e la maggior pressione della malattia in generale, provoca un maggior rischio di infezione in primavera che in autunno durante la fase di stoccaggio. Tramite la continua presenza di questi agenti si formano appunto queste infezioni miste, che provocano tante fallanze in campo. Un altro consiglio da seguire e quelli di pulire e disinfettare tutti i macchinari. Una corretta lotta contro la peronospora della patata riduce il marciume di questo fungo nel magazzino e di conseguenza riduce le condizioni di sviluppo degli altri agenti. Con una adeguata essiccamento della parte vegetativa della patata non solo viene favorita una maturazione contemporanea del tubero, ma viene anche interrotto il contatto tra il tubero e la parte epigea possibilmente infetta con batteri o funghi. La scavatura con un terreno non perfettamente strutturato, porta ad una percentuale più alta di particelle terrose sia sul tubero che in magazzino, ritardando così l’asciugatura. Invece con un rapido processo di quest’ultimo si riduce la capacità di proliferazione di quest’ultimo. Uno stoccaggio senza nessun tipo di aerazione è meglio da evitare. Le infezioni batteriche o fungine possono comunque essere ridotte se vengono eseguite le giuste condizioni. Un parametro per una rapida guarigione della ferita è la temperatura, che deve essere compresa tra i 12-15 °C, in un lasso di tempo di almeno 14 giorni, accompagnato da un aggiunta di aria e una eliminazione di anidride carbonica.L’insorgenza di acqua di condensazione è da evitare all’interno di una struttura come il magazzino. Una aerazione eccessiva però favorisce una maturazione fisiologica rapida del tubero, aumentando il rischio di attacco da parte della fusariosi. Una concia dei tuberi durante la fase di stoccaggio, entro le 4 ore dopo la raccolta, riduce le infezioni di Fusarium e Phoma.

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Fonte: Kartoffelbau 6/2007 pag 244-249
Autore: Peter Schuhmann