Da circa 160 anni Phytophtora infestans, l’agente causale della peronospora della patata, appartiene alle malattie più temute e dannose della nostra coltura. Per la sua infezione e diffusione, in origine si pensava esclusivamente ad una riproduzione asessuata tramite i rami sporangiofori. Per lungo tempo in Europa si conosceva solo un tipo sessuale, definito A1, che produceva appunto solo tali strutture riproduttive (rami sporangiofori). A partire dagli anni 70 è stato introdotto accidentalmente il tipo A2, che riuscì a diffondersi rapidamente nel nostro continente tramite i tuberi seme. Il contatto tra il tipo A1 con il tipo A2 porta alla riproduzione sessuata e quindi alla formazione di un organo di resistenza, la cosiddetta oospora, che può rimanere nel terreno in stato quiescente per molti anni senza perdere il suo potere germinativo. In futuro il rischio consiste nella ricombinazione sessuata; tale fenomeno porta ad una maggior variabilità genetica e quindi ad un maggior adattabilità ai vari tipi di fattori biotici ed abiotici. Di centrale importanza è la riduzione del tempo di latenza del fungo, avendo così la possibilità di compiere un numero di cicli generazionali maggiori in un anno rispetto alla forma assesuata. Anche i range di temperatura e la capacità di resistenza contro i fungicidi si ampliano in maniera considerevole. La domanda è la seguente: quanto è alto la percentuale del tipo A2 in Europa e in che modo reagiscono sul principio attivo Metalaxil? Per rispondere a tale domanda, sul rapporto dei due tipi e sul livello di resistenza contro il p.a. antiperonosporico, sono state condotte dei sistemi di monitoraggio su una quindicina di campi sperimentali in Germania. Da ogni parcella sono state ottenute dai 2 ai 4 isolati del patogeno e successivamente diagnosticati in laboratorio. Le analisi dei tipi sessuali sono stati condotti sulle scatole Petri in substrato coltivato.

petri01-580
Ogni isolato è stato combinato con entrambi i tipi sessuali formando così l’oospora, che viene in seguito studiata dai ricercatori. L’intensità del principio attivo è stato calcolato mediante il test fogliare; per ogni isolato sono state utilizzati dieci foglie di patata alle quali è stato applicato una soluzione del fungicida. Inoltre, sempre sulle foglie da testare, sono state pipettate una sospensione di sporangi prelevati sempre dal campo sperimentale. La prova è stata condotta con quattro livelli differenti di concentrazione del principio attivo e uno di controllo, quest’ultimo costituito da acqua distillata. Dopo dieci giorni sono state effettuate i conteggi di ciascuna prova. Gli isolati, che sporulavano ad una concentrazione di 0,01 ppm, sono stati classificati come sensibili; mentre gli isolati che sporulavano fino a 10 ppm sono stati definiti resistenti. Gli esperimenti di laboratorio del 2010 mostrano una consistente presenza dell’introdotto tipo A2, raggiungendo un tasso del ben 65 %. Mentre nei due anni successivi tale presenza è stata ridotta rispettivamente dal 43 % al 23 %. Questo fa si che porta ad un aumento della popolazione mista tra il tipo A1 e il tipo A2, che ha portato nell’arco 2010-12 ad un aumento del 15 %. Questo evidenzia che ogni terza parcella sperimentale sussisteva il rischio di una riproduzione sessuata. Quale importanza assume la formazione dell’oospora in campo è ancora indefinito. Metalaxil-1458550394449

Gli isolati condotti sulle foglie testate mostrarono nell’anno 2010 una resistenza contro il Metalaxil pari al 52 %. Probabilmente tale fenomeno sia correlato con la presenza del tipo A2. Solo il 22 % si è mostrato sensibile a tale principio attivo, iniziando una sporulazione a partire da una concentrazione di 0,1 ppm. Il risultato complessivo mostra che gli isolati resistenti nel triennio 2010-12, hanno subito una regressione, mentre i ceppi intermedi hanno avuto un incremento, arrivando al 70 % nell’ultimo periodo di prova. Caso contrario gli isolati sensibili, che si sono ridotti al 5 %. Dato che entrambi i tipi sono stati riscontrati sia negli inoculi resistenti, intermedi che sensibili, una fusione dei tipi sessuali è da escludere. Durante le osservazioni dei livelli di resistenza nei periodi di rilievo, si sono verificate delle differenze. Difatti, la maggior parte delle prove mostrarono un stragrande maggioranza di ceppi sensibili; mentre nel periodo successivo si è scoperto una maggior tendenza allo sviluppo di ceppi resistenti. In agosto sono stati osservati in laboratorio il 75 % dei casi di resistenza contro l’antiperonosporico.
I risultati del monitoraggio dell’apparizione di entrambi i tipi e la resistenza al Metalaxil hanno mostrato che il tipo A2 si è ridotto nel corso degli anni di sperimentazione nei suoli tedeschi, ma che si è trovato in percentuale più abbondante in concomitanza con il tipo A1. Queste condizioni possono comportare, come già accennato, ad una riproduzione sessuale e quindi a fenomeni di resistenza. La quota degli isolati resistenti è andato a diminuire nel corso degli anni, ma i test fogliari hanno dedotto una riduzione dell’efficienza del principio attivo contro tale patogeno. L’applicazione di questo fungicida, sotto la raccomandazione del sistema antiresistenza, può essere utilizzato solo all’inizio della stagione, dato che aumenta il rischio di resistenza durante il ciclo.

Fig01.09

Fonte: Kartoffelbau 04/2013 pag.14-17
Autori: Juliane Schmitt, Jacqueline Hornung, Benno Kleinhenz