L’alternariosi, provocata dal fungo Alternaria solani e A. alternata, è dopo la peronospora della patata la malattia fungina più importante a livello mondiale, provocando in media nelle varie annate delle perdite del 30 %. La malattia si può già manifestare nei primi mesi del ciclo biologico della patata, anche se la maggior pressione si manifesta in stato avanzato, tanto che i maggiori danni si verificano nelle varietà tardive.Attualmente sono a disposizione pochi principi attivi contro questo patogeno. In Italia troviamo solo due principi attivi rilasciati e registrati dal Ministero della Salute: Pyraclostrobin e Dimetomorf. Altri prodotti disponibili nel mercato sono i prodotti rameici, che vengono usati nella lotta contro la peronospora, ma che hanno una certa efficacia contro l’alternariosi. Per la sua particolare importanza, la lotta contro l’alternariosi nel Nordamerica viene combattuta in maniera massiccia, tanto che nel loro sistema di lotta esistono molti più prodotti commerciali rispetto che in Europa. Però è anche vero che si sono instaurate dei fenomeni di resistenza contro tali principi attivi. Questo fenomeno si è iniziato a verificare anche nella pataticoltura europea, anche se in maniera limitata. Entrambe le specie fungine si differenziano tra di loro per velocità e vigore di resistenza ai fungicidi. Mentre sulla specie A. alternata si sono registrati dei fenomeni di resistenza, sulla specie A. solani i fungicidi si sono risultati più efficaci. Da qui nasce l’importanza di conoscere il complesso delle specie patogene, dato che finora sulla specie A. alternata in Europa ha avuto poca importanza. Un monitoraggio sulla resistenza dei fungicidi è in questo caso importante, per comprendere l’attuale situazione sull’uso dei principi attivi e sulla loro persistenza in campo. Solo così si possono garantire lunga efficienza dei principi attivi.

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Nel 2012 è stato condotto in Europa un monitoraggio, per comprendere meglio la distribuzione di entrambe le specie di Alternaria. In totale sono state effettuate 202 campionature, condotte in 9 paesi diversi. Stranamente nel monitoraggio è stato riscontrato una maggior presenza di A. alternata anziché dell’altra. Quest’ultima si sviluppa in climi più freschi e attacca un numero maggiore di piante ospiti. Al contrario però in alcuni stati come Spagna, Olanda e Svezia, sono state scoperte un numero maggiore di A. solani. Tutti questi risultati pongono altre domande, ad esempio l’influenza della temperatura sullo sviluppo di entrambe le specie. Se A. alternata è un patogeno secondario, oppure che importanza assume nel complesso generale della fitoiatria, sono delle questioni su cui la scienza sta lavorando. Attualmente sono in corso delle ricerche, sui cui rispondere almeno in parte a queste domande. Per lo sviluppo di una strategia di lotta adeguata, il monitoraggio deve concedere alcune informazioni utili, se si tratta di una successione del ciclo biologico di entrambe le specie. Questo è importante poiché non tutti i prodotti disponibili sul mercato sono efficaci per tutti e due le specie. Ad esempio, a livello europeo, le Strobilurine, la Carboxamide e il Mancozeb sono più efficienti contro A. solani anziché A. alternata. Invece il Difencolazolo agisce molto bene su entrambi. In questo caso iniziano a manifestarsi, come già accennato, un possibile fenomeno di resistenza. Con le accurate conoscenze si può ottimizzare l’uso dei principi attivi a disposizione durante il corso della stagione. Grazie al monitoraggio, è stato possibile documentare che l’A. alternata insorge prima rispetto all’altra specie. Questo si presume a causa della sua presenza più ubiquitaria su altre piante ospiti e sullo sviluppo a temperature più basse. Per essere precisi, vengono effettuate delle prove pratiche in campo, su tutto l’andamento della stagione, e poi analizzato in laboratorio.

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Contro i triazoli (Difenoconazolo) non sono riscontrati fenomeni di resistenza. Entrambi i funghi sottostavano all’efficacia del principio attivo, sia in laboratorio che anche in campo. Contro le strobilurine, invece, è stata riscontrata una forma di resistenza su A. alternata. Contemporaneamente sempre sullo stesso gruppo di principi attivi, su  un isolato francese di A. solani è stato riscontrato una attenuata sensibilità.  Anche contro i carbossamidi si sono registrati fenomeni di resistenza. Dato che entrambi i gruppi chimici mostrano una efficacia più limitata nei confronti degli agenti sull’alternariosi, è consigliabile applicare i loro principi attivi in una fase successiva. In questo lasso di tempo possono essere impiegati contro altri patogeni che attaccano la patata. Il principio attivo Difenoconazolo, dall’altro canto, può essere impiegato già all’inizio della malattia, visto che possiede buona efficacia su entrambi i patogeni.Quindi nel complesso si può riassumere nel seguente modo. Con gli interventi iniziali è consigliabile non applicare le carbossamine, le strobilurine e il Famoxadone; ma è consigliabile utilizzare un principio attivo efficace come appunto il Difenoconazolo. Dato che di priorità l’A. solani ha una comparsa più tardiva, si devono usare in questo caso le carbossamine, le strobilurine e il Famoxadone verso la fine del periodo di applicazione. Questo perché possiedono un efficacia maggiore rispetto a A. alternata; il rischio di resistenza è più alto, ed infine uno spettro d’azione più alto contro altri organismi patogeni. Se dovessero essere mischiati, i principi attivi devono mostrare un effetto di sinergismo e non di antagonismo; se vengono usati dei prodotti in alternazione contro la malattia, bisogna usare dei principi attivi con alte prestazioni. L’uso di un principio attivo con bassa efficacia contro Alternaria comporta un maggior rischio di attacco del patogeno, e quindi una maggior resistenza per il prossimo intervento fitoiatrico.Visto che A. solani e soprattutto A. alternata mostrano dei rischi di resistenza e hanno già sviluppato delle resistenze vere e proprio contro le strobilurine e le carbossamine, si deve eseguire un management anti-resistenza. In questo caso si deve conoscere il livello di resistenza (alto o basso), le caratteristiche epidemiologiche dell’agente patogeno (se anticipata o tardiva) e l’efficacia su entrambe le specie fungine. Queste misure appena accennate sono redatte per continuare a promuovere l’effetto del principio attivo e rallentare il fenomeno della resistenza, tanto da garantire una maggior protezione e difesa della patata.

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Fonte: Kartoffelbau 06/2013 pag. 22-24
Autore: André Vogler