Il controllo efficiente e la lotta contro la peronospora della patata (Phytophtora infestans) rimane ancora oggi, come in passato, una delle principali sfide. Nell’agricoltura biologica viene principalmente utilizzato il rame. Trattandosi però di un metallo pesante che non viene degradato e risulta quindi nocivo nel terreno, il suo impiego è stato limitato nel continente europeo. Tra i limiti massimi ricordiamo l’Italia con 6 kg/ha; in Germania 3 kg/ha; in Svizzera 4 kg/ha; mentre negli stati come Paesi bassi, Belgio e Danimarca l’uso del metallo è stato proibito del tutto.
Per quanto tempo il rame viene ancora rilasciato nella comunità europea non è ancora ben preciso. Secondo il regolamento 85/2014 del 30 gennaio 2014, i prodotti fitosanitari contenti rame sono ancora supportati fino al 31.01.2018; da li in poi gli stati membri dell’unione europea prenderanno altre decisioni.
L’azienda Agroscope, il centro di ricerca agronomica della svizzera, ha realizzato e implementato 10 anni fa un sistema di prognosi per l’utilizzo minimo e mirato del rame. Sotto stretta osservazione dei dati climatici e dei casi di attacco da parte della peronospora, il rischio di infezione viene valutato e ottimizzato al momento dell’applicazione, aumentandone l’efficienza del trattamento. Nel caso di una abolizione del rame o una riduzione della quantità da distribuire, Agroscope testa già alcuni anni in laboratorio e in campo aperto l’efficacia di prodotti sostitutivi al rame contro l’agente causale della peronospora della patata. Di particolare interesse troviamo da un lato i fosfonati (sali di acidi fosfonici), mentre dall’altro spiccano alcuni estratti vegetali.
Due prove sperimentali in due luoghi diversi, hanno mostrato dei risultati di efficacia eccezionale contro la peronospora. La protezione di 8 trattamenti con 1,5-3 l/ha di Phosfik (prodotto commerciale contenente fosfonati) è confrontabile con quelli del rame (8 x 300 g/ha). Le analisi hanno dimostrato che i fosfonati possono essere immagazzinati nel tubero e in proporzione alla quantità distribuita possono lasciare tracce residuali. Altri studi successivi sono stati messi nell’atto pratico per capire fino a quanto e in che modo si può trattare con i fosfonati, senza lasciare residui. Questi studi hanno dimostrato che almeno due trattamenti all’inizio della stagione sono possibili, senza preservare tracce di residui. Ammesso che l’introduzione dei fosfonati verrà accettato nelle associazioni bio come prodotto sinergetico, potrebbe sostituire il rame nelle prime due/tre applicazioni. Purtroppo a causa della presenza di residui post trattamento, una sostituzione completa con il rame non può quindi avvenire.

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Tante piante contengono delle sostanze che hanno delle proprietà inibitorie contro alcuni patogeni oppure, in maniera indiretta, stimolano delle barriere di difesa della pianta stessa, la cosiddetta resistenza indotta. Negli ultimi anni, sempre nella Agroscope, è stato documentato il potenziale di diverse piante medicinali contro la peronospora della patata e contro alcune malattie dei cereali. Trattandosi di piante che agiscono in maniera diversa, è stato realizzato uno studio per valutare se il miscuglio di più piante assieme può portare a degli effetti migliorativi contro la peronospora rispetto a una pianta sola. In questo caso sono state prescelte tre specie vegetative, che in passato hanno avuto un riscontro positivo agendo da sole. Tra di esse ricordiamo la corteccia di frangola (Frangulae cortex), la radice della salvastrella maggiore (Sanguisorbae radix), e la radice della barbaforte, detto anche comunemente cren (Armoraciae radix). Gli estratti sono stati ottenuti tritando gli organi delle piante, quindi radici e cortecce, a circa 0,25 mm, successivamente vengono lasciati sospesi per due ore in una soluzione al 10 % di etanolo e alla fine filtrati. Il prodotto filtrato è stato testato in vitro sulla sua capacità inibitoria nei confronti della crescita miceliale e la liberazione delle zoospore del fungo, cosi come dal vivo sulla capacità protettiva sempre contro il fungo su delle foglie tagliate (Detached leaf tests DLT). I tre estratti vegetali hanno evidenziato nella prova tre diversi risultati. In confronto con il rame, la frangola inibisce lo sviluppo del micelio solo del 12 %, sulla liberazione delle zoospore del 68 %, mentre sull’attacco fogliare ha mostrato un efficienza pari al 100 %. In confronto l’estratto di cren ha avuto degli riscontri molto positivi nelle prime due prove dirette su scatola Petri, poco esaustiva invece la prova su foglia. L’estratto di salvastrella ha evidenziato un riscontro pari tra 91-100 % di tutte e tre le prove. La combinazione di frangola e cren ha dato un efficacia limitata rispetto la media delle prove singole nel primo test, mentre molto positivi i risultati della seconda e terza prova. Con l’aggiunta della salvastrella si è visto compensato il primo test, dato lo scarso potere della frangola. La combinazione dei tre estratti ha dato anche degli ottimi risultati contro la liberazione delle zoospore e una azione protettiva delle foglie. Vedi tabella.

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Questi estratti vegetali nelle applicazioni singole così come nei miscugli, sono stati posti in una prova parcellare di quattro riprese sulla loro capacità protettiva a cielo aperto contro la peronospora. Tra tutte le procedure, ad eccezione della parcella non trattate che funge da testimone, i primi quattro trattamenti sono stati eseguiti con il rame. I sei trattamenti successivi sono stati eseguiti invece o con il solo rame, quindi controllo, oppure con estratto di 2 % di solo frangola; un estratto di 2 % frangola e 2 % salvastrella; un estratto di 2 % di frangola e 2 % di cren, e infine un miscuglio triplo del 2 % di frangola, 1,5 % di cren e 1,5 % di salvastrella. L’andamento della peronospora è stato valutato durante la prova, il mese di giugno è stato abbastanza asciutto, seguito da un mese di luglio molto piovoso e quindi il fungo è riuscito a svilupparsi in maniera rapida. Tanto che a inizio agosto le parcelle, che sono state trattate con 3 kg rame/ha, sono state quasi al 100 % distrutte. Tutti i trattamenti, sia singolari che combinati, hanno avuto un effetto più basso, ma almeno più sicuro rispetto al non trattato, ma erano nettamente inferiore rispetto al livello del rame. Non sono state evidenziate differenze tra le piante. A fine della prova è stato ottenuto la resa, in cui su ogni parcella sono state estrapolate sei piante e pesate i tuberi. Dai risultati ottenuti si evince che la differenza di resa tra il controllo non trattato, tratto con rame e infine i tratti con i vari tipi di estratti, sostanzialmente era molto bassa.

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Per concludere, l’utilizzo anticipato di fosfonati di potassio nell’agricoltura biologica possono sostituire due fino a tre applicazioni del rame, senza lasciare residui indesiderati sul tubero. Gli esperimenti di laboratorio e serra sono adatti di metodi screening, atti per individuare nuove sostanze contro la peronospora. Negli ultimi anni sono stati valutate vari estratti vegetali. In questi esperimenti l’efficacia dei migliori estratti durante l’arco degli anni sono stati confrontati con il rame. In campo aperto gli estratti vegetativi si sono mostrati positivi in termini di protezioni, ma con l’allungamento del ciclo vegetativo della pianta, la loro capacità protettiva si riduceva rispetto al rame. Con l’ottimizzazione dei formulati si possono migliorare la capacita di resistenza alle piogge da parte degli estratti e quindi un ulteriore protezione in campo aperto. I primi risultati hanno mostrato che le cortecce di frangola risultano la più efficiente, con l’aggiunta di altri estratti vegetali non per forza porta ad un aumento dell’efficacia. Una comprensione migliore del meccanismo d’azione (ad esempio la prova che le corteccia di frangola stimola il sistema immunitario della pianta oppure agisce direttamente contro il patogeno), sarebbe utile capire in quale momento e in che modo applicare tali sostanze. In questo caso si avrebbe la possibilità di ridurre la quantità di rame, anche se ancora oggi queste sostanze vegetali non hanno una sostituzione completa.

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Fonte: Kartoffelbau 05/2015 pag. 40-43

Autore: Laure Weisskopf